Suini, Coldiretti Mantova: 2020 anno nero

MANTOVA Coldiretti Mantova lancia l’allarme per la suinicoltura, uno dei comparti più rappresentativi del territorio, con 1,1 milioni di capi allevati, destinati alla produzione di prosciutti Dop, prevalentemente di Parma e San Daniele. “Il 2020 sarà un anno da ricordare, ma non per gli aspetti positivi – commenta Thomas Ronconi, allevatore di Marmirolo iscritti a Coldiretti e presidente dell’Anas, l’Associazione nazionale degli allevatori di suini -. Anche il mese di dicembre, solitamente caratterizzato da consumi in aumento e di quotazioni dei maiali conseguentemente proiettate al rialzo, si preannuncia molto fiacco. Il bilancio annuale si profila in perdita per i produttori”.

Il problema non è legato solamente ai consumi interni, ma la crisi di mercato ha carattere internazionale. “Sono tre, in particolare, i fattori scatenanti – riassume Ronconi -. La peste suina in Germania e la presenza di alcuni casi di Covid-19 nei più grandi macelli danesi, che hanno spinto la Cina, il più grande importatore mondiale, a interrompere i rapporti commerciali”.

Senza più lo sbocco asiatico, le produzioni di Danimarca e Germania di carni suine premono sui mercati comunitari, influenzando negativamente il mercato.

I casi di Covid-19 nei macelli, che si sono verificati a macchia di leopardo in alcuni paesi europei (dalla Danimarca alla Germania, all’Italia), così come il lockdown e la chiusura dell’horeca hanno rallentato le macellazioni e portato a un innalzamento del peso medio dei maiali, con la conseguenza, spiega il presidente di Anas, che per alcuni segmenti di consumo avremo una concorrenza aperta con le produzioni italiane.

“Da qui alla fine dell’anno – prosegue Ronconi – solo in Germania avremo un esubero di un milione di suini da macellare, ma non credo che in poco più di trenta giorni questa maggiore produzione sarà assorbita dai consumi, con probabili conseguenze sui listini”.

Preoccupano anche le speculazioni in atto sulle commodity da parte dei fondi internazionali, che hanno innalzato i prezzi delle materie prime per l’allevamento. I costi di produzione, secondo le stime di Coldiretti Mantova sui dati elaborati da Teseo by Clal, si aggirano fra 1,45 e 1,50 euro al chilogrammo, ben al di sopra delle attuali quotazioni in Cun, dove lo scorso giovedì il prezzo stabilito dai garanti del ministero e dai macelli, senza il consenso degli allevatori, è stato ribassato a 1,323 euro al chilo.

Scorrendo i listini del circuito tutelato della Cun di Mantova, la media dei primi 11 mesi del 2020 è di 1,39 €/kg, la più bassa degli ultimi cinque anni e rischia di essere fra i più bassi dell’ultimo decennio. In particolare, i valori dei suini dello scorso giugno (media 1,05 €/kg) sono i più bassi toccati dal 2015 a oggi.

Nei giorni scorsi è stato emanato un nuovo decreto sul sostegno alla zootecnia nazionale in Conferenza Stato-Regioni, che integra gli interventi previsti per il Fondo filiera. Una misura fortemente richiesta alle istituzioni dalla Coldiretti e da Filiera Italia in considerazione dei danni provocati dalla pandemia soprattutto alla produzione nazionale di carne.

Il decreto prevede un incremento del sostegno agli allevamenti di maiali, sollecitato da Coldiretti, con l’aumento fino a 30 euro dell’aiuto già previsto per le scrofe, che oggi è fissato fino a 18 euro, raddoppiando così la dotazione. “Un sostegno che risponde alla contingenza e che darà respiro a una parte degli allevamenti”, commenta Ronconi.

Il provvedimento contiene anche interventi anche a favore dei vitelloni, per i quali è previsto un contributo fino a 60 euro per ogni capo dai 12 ai 24 mesi macellato, che abbia trascorso almeno 6 mesi nelle stalle italiane.