Tari, l’aumento si può rimandare Gli altri comuni lo hanno fatto

MANTOVA Si poteva evitare l’aumento della Tari? Per l’assessore all’ambiente Andrea Murari è un’imposizione inderogabile dell’Arera, l’autorità per l’energia e l’ambiente. Per il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Pier Luigi Baschieri sarebbe invece una precisa scelta dell’amministrazione – tanto che nessun altro Comune l’ha aumentata.
«Non c’è balzello che in questo periodo non risulti odioso. L’aggiornamento del piano economico finanziario (Pef) per lo smaltimento dei rifiuti, con un aumento medio del 2,7% per le case e del 2,9% per utenze non domestiche, il centrosinistra se lo poteva risparmiare», attacca Baschieri.
Dunque, perché aumentare? «Lo sa benissimo l’assessore Murari, da anni alle prese con i problemi di equilibrio di bilancio di Mantova Ambiente, che in questo periodo l’inflazione è ancora altissima, si aggira intorno al 9,2% comportando un maggiore esborso pari a + 2.691 euro annui per la famiglia tipo; spesa che sale a +3.845 euro per un nucleo familiare con 2 figli. Il Comune – prosegue il capogruppo azzurro – per contenere questa ancora pesante situazione inflattiva non sta facendo nulla. Inutile è stato l’appello di Forza Italia di sterilizzare l’aumento Istat dell’11,5% per il canone di occupazione del suolo pubblico pagato dagli esercizi commerciali e dagli ambulanti. Adesso il Consiglio comunale si ritroverà questa patata bollente tra le mani come sollecitato da Mantova Ambiente, gestore del servizio per lo smaltimento dei rifiuti, consapevole del fatto che ogni misura economica a danno delle famiglie e dei commercianti non fa altro che aumentare la stagnazione dei consumi».
Sta di fatto, conclude Baschieri, che «nessun comune capoluogo sino ad oggi ha innalzato la tariffa dei rifiuti in forza del fatto che l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione non rientra tra le casistiche dell’aggiornamento straordinario infra-periodo dei Piano economici finanziari-Tari che oggi hanno un respiro quadriennale e non più annuale come sino a qualche anno fa. Questo è quanto sostenuto dall’autority nelle deliberazione n. 62/2023/R/Rif. I gestori potranno recuperare i maggiori costi causati dallo shock inflazionistico nelle annualità del 2024 e 2025 in sede di aggiornamento biennale dei Piani economici finanziari. A questo centrosinistra chiediamo di non accanirsi troppo contro i cittadini e i piccoli imprenditori. Dove è possibile, si adoperi a rimandare o sterilizzare i fastidiosi rincari dovuti dalla inflazione in attesa che la congiuntura economica sfavorevole rientri».
L’aumento decretato da via Roma con una delibera di giunta dovrà adesso passare il vaglio delle commissioni congiunte ambiente e bilancio calendarizzata per martedì. Dopodiché la parola passerà all’aula consiliare per l’adozione del provvedimento