MANTOVA Finire a processo con l’accusa di stalking per una lite calcistica e per giunta tra tifosi della stessa squadra. Pietra della discordia tra due 60enni entrambi di Mantova e super tifosi milanisti, era stato l’esonero di Massimiliano Allegri da allenatore dei rossoneri, dopo la sconfitta interna con il Sassuolo nel gennaio 2014. Da quell’esonero era nata un’animata discussione tra calciofili, tipica di un paese di allenatori e Ct, ma quella che ha visto coinvolti i due tifosi era andata ben oltre, e un 68 anni, ex dipendente comunale difeso dall’avvocato Naima Marconi, è finito nei giorni scorsi davanti al gup di Mantova con l’accusa di stalking nei confronti di un ristoratore 62enne. Accusa dalla quale è stato assolto in udienza preliminare perché la persona offesa ha rimesso la querela e il reato è stato dichiarato estinto. Partita chiusa a tavolino, senza vincitori né vinti, dunque, ma se a livello giudiziario si può parlare di un risultato finale di 0-0, si è trattato comunque di una partita tutt’altro che scialba, con buoina pace dei fans del “corto muso”. A dare un colore alla vicenda, più rosso che nero a dire la verità, è stata soprattutto la reazione del 68enne, fan sfegatato di Allegri, all’esonero del suo idolo. La discussione con chi invece era a favore del cambio sulla panchina del Milan è degenerata quando il tecnico è andato ad allenare la Juve, inanellando un filotto di 5 scudetti e 4 coppe Italia in cinque stagioni, più due finali di Champions League perse (in fin dei conti allenava pur sempre la Juve, ndr). Ecco dunque scatenarsi il demone, anzi il diavolo rossonero: il 68enne cominciava a inviare messaggi su messaggi al ristoratore rinfacciandogli le vittorie di quel tecnico che lui aveva invece disprezzato, e non bastava una condanna per molestie nel 2015 a calmarlo. L’altro trovava sempre più spesso dei “pizzini” nella cassetta delle lettere o sul parabrezza dell’auto, in cui venivano riportate frasi come “Forza tumori e forza Covid”, “Tutta la tua famiglia venga massacrata dai più feroci tumori”, “Lunga vita a Bonucci e morte a te“, “Evviva l’Inter campione” più insulti vari. Alcuni di questi messaggi erano inoltre stati fatti pervenire tramite l’avvocato del ristoratore, Daniele Delaini. Dopo mesi e mesi di “pizzini” era partita la querela che aveva portato all’accusa di stalking. Per l’avvocato Marconi in realtà si trattava di semplici “sfottò” tra tifosi, e in questo senso forse li ha letti anche il gup Chiara Comunale, sorvolando sul fatto di essere stata citata a sua volta dal 68enne. Alla fine querela rimessa e reato estinto. Chissà che Sergio Conceiçao, vincendo due derby non abbia riunito quei tifosi che “Max” Allegri aveva diviso.