MANTOVA Stando al quadro accusatorio ascrittogli, si sarebbe reso responsabile di reiterati episodi violenti perpetrati nei confronti dell’allora moglie anche alla presenza dei tre figli della coppia, tutti minorenni. Con l’accusa di maltrattamenti in famiglia era infatti finito a processo lo scorso anno, un trentenne cittadino marocchino residente nell’hinterland cittadino. A far scattare l’indagine penale a suo carico, circa quanto disciplinato dalla normativa sul cosiddetto “codice rosso”, una telefonata fatta dalla stessa presunta vittima alla Polizia il 23 ottobre 2020. In tale circostanza infatti, secondo quanto addebitato all’uomo nel capo d’imputazione, la donna – oggi da lui separata legalmente e in seguito a tale episodio ospitata assieme alla prole per un breve periodo in una struttura protetta – sarebbe stata da questi minacciata di morte con un coltello. Nello specifico a scatenare la violenta reazione del marito le ripetute sue rimostranze a causa del fatto di ritrovarsi per colpa sua in una casa di campagna completamente al freddo a fronte della mancato pagamento delle bollette, e per di più in gravidanza. Circostanza questa, confermata altresì ieri dalla stessa persona offesa, chiamata a salire sul banco dei testimoni, in qualità di parte civile costituitasi a giudizio con l’avvocato Silvia Salvato. Secondo quanto da lei riferito, innanzi al collegio dei giudici, gli episodi violenti sarebbero iniziati tra il 2018 e il 2019 e constati nello specifico in percosse, offese, ingiurie e vessazioni varie perpetrate anche davanti ai figli piccoli. In merito all’episodio da cui era derivata la denuncia la giovane, oggi residente nel capoluogo, ha invece riferito che il marito avendo perso il lavoro si era reso inadempiente circa il pagamento delle utenze domestiche. «In tal modo – ha spiegato la presunta vittima – mi costringeva a vivere al freddo, senza luce e gas. Io mi lamentavo di continuo, i nostri figli non potevano resistere in una precaria situazione simile, anche perché al tempo ero incinta e forse anche per questo motivo, sono arrivata ad un aborto spontaneo». Prossima udienza il 26 giugno.