Violenze in famiglia, 33enne a giudizio

MANTOVA Fino a quando la convivenza era durata si sarebbe reso responsabile di reiterati episodi violenti perpetrati sia nei confronti della compagna che dei due figli piccoli, per poi passare, una volta sbattuto fuori di casa, a condotte persecutorie in serie poste ai danni della ex. Sul banco degli imputati, circa le ipotesi di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e stalking, era così finito, lo scorso dicembre, un 33enne italiano residente nella Bassa. Una vicenda, afferente un lungo periodo e rievocata ieri, in apertura d’istruttoria dibattimentale, dalla stessa persona offesa, costituitasi parte civile.
«Ci eravamo conosciuti da ragazzini sui banchi di scuola e dopo qualche anno, nel 2010, ci siamo messi insieme. Tre anni dopo, a fronte anche della nascita del nostro primo figlio, andiamo a convivere a casa di mia zia. Passano un altro paio di anni e da lì però iniziano i problemi».
Un rapporto il loro, andatosi via via deteriorando, secondo il racconto della donna, per colpa di una spiccata e incontrollata gelosia di lui verso di lei nonché di un aggressività e prepotenza divenuta col tempo sempre più acuta. «Ogni occasione era buona per controllarmi, insultarmi e denigrarmi. Secondo lui io ero una nullità e una poco di buono; non voleva che frequentassi altre persone se non quelle che anche lui conosceva. Poi c’era sempre la questione abbigliamento, per lui sempre troppo provocante, soprattutto se mi mettevo i leggins. Per non parlare delle violenza fisiche: schiaffi e sberle non solo a me ma anche ai nostri figli per ogni sciocchezza». Tra i vari episodi violenti annoverati dalla presunta vittima innanzi al giudice Giacomo Forte, oltre a scenate in pubblico, tentativi di investirla con l’auto e di abbandonarla a piedi nel cuore della notte lontana da casa, anche quello relativo ad un’aggressione in discoteca del maggio 2019, da cui poi era maturata la decisione di lasciarlo, e che avrebbe visto l’accusato metterle dapprima le mani al collo per poi pure strapparle di dosso la gonna davanti a tutti gli avventori del locale notturno.