“Cuore Amaro”, Gaia porta al Festival di Sanremo il suo Sud America

MANTOVA Ci sarà un tocco di mantovanità in questo Sanremo, un tocco con il volto e la voce di Gaia Gozzi. Forte dello straordinario successo di “Chega”, uno dei brani più ascoltati del 2020, l’artista si prepara ora ad un’altra importante prova del nove in cui il destino la vuole vedere protagonista, il 71esimo Festival della Canzone Italiana. Ad esso Gaia si presenta con “Cuore amaro”, un brano che ha convinto sin da subito chi ha avuto modo di ascoltarlo in anteprima e che si prenota un importante spazio nei passaggi radiofonici (forse il vero metro di successo delle canzoni del Festival). Di questo, e molto altro, ne abbiamo parlato con la cantante.

Gaia, pronta per Sanremo? Che effetto ti fa pensare al palco dell’Ariston?

«Non sono mai pronta a nulla nella vita (ride, ndr). Sicuramente sento una forte ansia, soprattutto per il fatto di affrontare un palco così importante. Però non voglio subirlo. Anzi, desidero sentirlo, essere partecipe del momento, percepire la magia e portarmi via qualcosa, emotivamente parlando».

“Cuore Amaro”, questo il titolo del brano con cui ti presenterai: chi l’ha già sentita ha espresso pareri positivi ed entusiasti. Proviamo a raccontare il brano in un tweet?

«Realizzazioni! Rendersi conto che le cose belle vanno celebrate e quelle brutte ringraziate: tutto ciò ti fa essere ciò che sei. Una canzone che ti porta in Sud America scontrandosi con i palazzi di Milano. Buon viaggio! Andava bene come tweet?».

Decisamente perfetto. Senti, che Festival sarà senza pubblico?

«Ho già vissuto un’esperienza simile, senza pubblico, ad “Amici”. Sicuramente è complicato, ma al tempo stesso è necessario guardare il bicchiere mezzo pieno e cercare di veicolare, attraverso le telecamere, tutta l’energia positiva possibile verso le abitazioni della gente. Con il mondo dello spettacolo fermo, credo che abbiamo il dovere di essere promotori di un messaggio di speranza».

Insomma, anche questo è il compito cui è chiamato il Festival. 2021 per Gaia significa?

«Tanta roba. Il 2020 mi ha regalato molto, nonostante sia stato un anno difficile; spero quest’anno di poter tornare a riabbracciare le persone ai concerti. E che, attraverso la mia musica, la gente si possa accorgere di ciò che ho da dire».

Ovvero? Proviamo a esprimerlo in una parola, ti via?

«Meglio in due: molteplici anime».

Tu vieni da due importanti esperienze nei talent, X Factor e Amici: per pochi il sogno diventa realtà, per tanti resta nel cassetto. Che consigli dai ai giovani artisti che decidono di intraprendere la strada dei talent?

«Il talent è una scuola e come tale insegna, ma è necessario arrivarci con una buona base emotiva e con un background artistico. La strada di un talent show è quella in cui capisci che direzione può prendere la tua musica e te stesso: il tutto, ovviamente, in un contesto che va calcolato come il grande amplificatore di situazioni che è. Sicuramente, è fondamentale essere pronti a lottare per ciò che si crede, ma anche a cimentarsi in un lavoro costante e quotidiano, preparandosi ad ore molto piccole e a momenti difficili, ma anche a tante bellissime emozioni». Federico Bonati