Emanuele Trevi racconta il padre Mario

MANTOVA Emanuele Trevi si racconta in compagnia dell’amico scrittore Francesco Piccolo e presenta in anteprima il suo nuovo libro “La casa del mago”. È il padre di Emanuele, Mario Trevi, il mago del titolo, noto psicanalista junghiano, scomparso nel 2011. Dopo la morte, lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Così il figlio Emanuele decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua atmosfera inquieta. “Questo era il tempo giusto per questo romanzo. Certo, quando scrivi non sai mai dove arrivi – racconta Emanuele Trevi – e tecnicamente è stato il mio libro più faticoso. Raccontare dal punto di vista del figlio, ti può far tornare indietro nel tempo, quando la tua percezione del mondo era mitica. Ho assegnato il nome ‘mago’ a mio padre, perché era una persona straordinaria in un mondo di persone che si assomigliano tutte. Con il tempo, anche confrontandomi con la figura di mio padre, ho capito quanto sia importante il rapporto che acquisti con te stesso. La vita è una lunga strada che conduce auspicabilmente ad accettarsi. Quest’opera, che vive e fa vivere di sentimenti commoventi e ironici, è il libro più personale dello scrittore. “È un racconto sorprendente – spiega Francesco Piccolo – perché sembra un libro molto leggero rispetto a quello che deve raccontare. È molto potente questo aspetto, nonostante il romanzo sia una sorta di discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i giudiziosi e i pazzi, dove troviamo accanto a personaggi come Paradisa, una prostituta peruviana, grandi personalità come Carl Gustav Jung, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli ed Ernst Bernhard.”