Fatticult: discussione aperta su archivi di dati digitali e analogici

MANTOVA Luigi Benedetto Compagnoni, direttore dell’Archivio di Stato di Milano, ha fatto cercare al pubblico una foto di ferragosto, di un parente o di un amico: “La facilità con cui la trovate dimostra che tutti voi siete dei piccoli archivisti”. Ad un livello più alto di catalogazione sono però la diplomatica e la paleografia a guidare la determinazione del valore di un documento, la sua autenticità, la sua rilevanza. L’intenzione di “liberare per valorizzare” il patrimonio informativo pubblico è al centro dell’intervento della ricercatrice Francesca De Chiara della Fondazione Bruno Kessler, considerando la struttura di un’istituzione e gli strumenti a disposizione ma anche l’utilizzo reso disponibile all’utente finale. Se lo chiede costantemente Wikimedia Italia, nata per promuovere e sostenere progetti in lingua italiana, primo fra tutti Wikipedia, enciclopedia libera e collaborativa. Lorenzo Losa, presidente di Wikimedia Italia, spiega che almeno 9 utenti su 10 raggiungono questo immenso ambiente virtuale per vedere una voce precisa e conoscere il loro comportamento aiuta ad organizzare l’archivio ma anche a leggerne le abitudini. È fondamentale aumentare la conoscenza degli archivi tra il pubblico: ampliare la platea di chi sa cosa fanno e come funzionano per renderlo protagonista attivo, per far ritrovare a tutti il valore del tempo che passa e del patrimonio condiviso. Per avvicinare il pubblico agli archivi – e su questo sono tutti d’accordo – bisogna saper non solo mettere a disposizione documenti ma anche creare racconti attorno a ciò che è custodito, o ad esempio a chi ne sostiene il recupero. Tra tante, si distinguono le esperienze della Biblioteca di Trento e della Beic (Biblioteca Europea di Informazione e Cultura) di Milano. In mattinata cento ragazzi, due classi del Liceo Scientifico “Belfiore” e due classi della scuola media Sacchi, hanno assistito alla replica della mattina dello spettacolo “Tutto a posto!” – L’archivio regala scie luminose, fuochi fatui e improvvisi bagliori coprodotto da Teatro Magro, Charta e Zero Beat in scena al Politecnico di Milano – sede di Mantova.
Succede domani mercoledì 25 settembre
Alle ore 10.00 a Palazzo Soardi Sala degli Stemmi presentazione al pubblico e alla stampa di TEATRO (MN), stagioni e progetti per il teatro a Mantova 2019/2020. Fondazione Artioli con la prosa, Ars. Creazione E Spettacolo e Carrozzeria Orfeo con la drammaturgia contemporanea, Teatro Magro e BEATnik Zero Beat Soc Coop con il teatro di ricerca del progetto PNP Pubblico Non Privato – Spettatori Mobili. Alle 17.00 all’ Hub Santagnese10 “L’intervista come strumento di ricerca e relazione”, evento in collaborazione con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea. Che verità esce dall’intervista: quella dell’intervistatore o dell’intervistato? Che valore hanno le “voci” delle persone che rispondono alle domande o che più semplicemente raccontano un episodio di vita vissuta? Un incontro animato da esperienze poliedriche ma che con le “fonti orali” si misurano e lavorano quotidianamente. Tra gli ospiti moderati da Carlo Saletti, direttore scientifico dell’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, la presidente dell’Istituto Daniela Ferrari, il docente di storia contemporanea dell’Università di Bologna Carlo De Mariae Luigi Gherzi, autore e regista teatrale.
A seguire alle 19.15 ultimo appuntamento enogastronomico con un aperitivo che racconta la tradizione e l’identità: “Il salame e la sua corte”, racconto e degustazione con la Macelleria Lucchini e l’Azienda Agricola Bugno Martino di San Benedetto Po. Chiusura alle 21.15 con Alkémica e il percorso “La città dai due volti: Mantova il paesaggio perduto”. Partenza da Santagnese10 officina creativa alla scoperta della città che era e che si è trasformata: una piazza che era un porto, un fossato che diventa una strada, una città fatta di isole e penisole, di cui rimangono tracce evidenti nelle poche salite e discese, nella disposizione di strade e palazzi, nello sviluppo della città.