MANTOVA Per i suoi 70 anni (che compirà trra qualche giorno, Alice si è regalata un’autobiografia: “L’unica via d’uscita è dentro”, scritta per Rizzoli Lizard insieme a Francesco Messina, suo produttore e da 40 anni compagno di vita. “È stato casuale. Era una cosa che mi chiedevano da tempo, alla fine Francesco mi ha convinta e ho ceduto”, ha spiegato in un’intervista in cui si è raccontata a tutto tondo.
La voce come strumento per incantare il suo pubblico. Lo avrebbe fatto durante la carriera Alice, solo dopo essersi ripresa dallo choc di essere quasi finita sotto un treno a un passaggio a livello. Aveva 12 anni. “Non so chi fu a spingermi, faticai anche a tornare a casa. Per un anno non cantai più, avevo difficoltà perfino a parlare, non riuscivo a gestire il tono della voce. Mi aiutò una cantante lirica: a furia di vocalizzi e suoni strazianti ho ricostruito la voce nota per nota”, ha rivelato. Da lì la gavetta, i primi singoli, i dischi e il Leone d’oro di Sanremo. In mezzo, anche delle “allusioni evidenti che mi disturbarono” da parte di un dirigente della Cbs. “Ma presi le misure. La vita è anche questa: o subisci passivamente e ti adegui, oppure no. Per me cantare e fare musica aveva a che fare con valori e tematiche esistenziali; il mondo discografico faceva altre valutazioni più commerciali”.