Moreno e la Nazionale Cantanti: “Quel tunnel a Nedved che entusiasmò Bruno Pizzul”

MANTOVA È un entusiasmo contagioso, quello di Moreno. Che già dal cognome (Donadoni) tradisce una certa affinità col pallone, come del resto ha dimostrato in 10 anni di onorata militanza nella Nazionale Cantanti. Il 33enne rapper genovese, vincitore dell’edizione 2013 di Amici, non vede l’ora di scendere in campo domenica al Martelli. Magari per rimpinguare il bottino personale di gol.
È così, Moreno?
«Certo! Sono l’attuale bomber della Nazionale Cantanti, nonchè il secondo di tutti i tempi».
Quanto ti manca per la vetta?
«Un centinaio di gol. Ce la posso fare: il tempo è dalla mia, mentre Luca Barbarossa, il detentore del record, ormai… ha già dato (ride)».
Cos’è per te la Nazionale Cantanti?
«Un sogno che si è avverato. Da bambino volevo fare il calciatore, poi ho preso un’altra strada. Però ricordo che guardavo sempre in tv le partite della Nic: ero estasiato da come riuscivano a riempire gli stadi, con personaggi diversissimi tra loro per età e carriera. Per dire, c’era Raimondo Vianello e c’era Michael Schumacher… Mai avrei pensato di far parte di questo bellissimo team».
E invece…
«Invece succede che ad Amici faccio un duetto con l’immensa Daniela Dessì su ’O sole mio. Suo marito, Fabio Armiliato, viene a sapere che gioco bene a calcio e così finisco nella Nic. Debutto a Pontremoli, contro la squadra di Zucchero. Volete sapere com’è andata? Tre gol. Più uno annullato».
Qual è la rete più bella che hai messo a segno?
«Vale per me come per tutti i miei compagni: il gol più bello è fare del bene a chi ne ha bisogno. È questo il nostro scopo».
Vuoi raccontarci un aneddoto particolare della tua decennale avventura con la Nic?
«Il più famoso è il tunnel che feci a Pavel Nedved. Bruno Pizzul in telecronaca disse (lo imita nella voce): “Il ragazzo è bravissimo!”. Però la mia soddisfazione più grande è stata un’altra».
Ovvero?
«Giocare col mio idolo assoluto: Alessandro Del Piero. Addirittura ho avuto il privilegio di sostituirlo in una partita, allo Stadium. E di segnare. Una gioia indescrivibile».
Sei già stato a Mantova?
«La scorsa settimana sono stato ospite all’ospedale per presentare l’evento di domenica, e ho pure donato il sangue. Io e Mantova ci stiamo conoscendo e direi che il rapporto è partito bene. Ho ammirato una città accogliente e pulita. Spero di tornarci presto con un mio concerto, così magari posso visitarla con calma».
La tua attività discografica prosegue?
«Sì. Abbiamo già fissato dei live per quest’estate: a Prato, Milano, Vicenza, in Calabria… Ho preparato dei pezzi nuovi che potrebbero finire in un album. Non solo: sto lavorando a un progetto che mescola musica e sport (non il calcio). E assieme alla mia compagna ho girato un trailer per un cortometraggio che intendo sviluppare».
Prima però bisogna esserci domenica al Martelli…
«Assolutamente. E vi do almeno tre motivi per farlo».
A te la parola…
«Primo: la Nazionale Cantanti è pur sempre un evento. Piace a chi ama il calcio, ma non solo. Ed è l’occasione per farsi due risate. Secondo: è anche una questione di campanilismo. Mi aspetto dai mantovani un bel colpo d’occhio e tanto calore perchè ci servirà».
E infine?
«Il più importante: dare un contributo, anche piccolo, all’ospedale “Carlo Poma” per l’acquisto di un’apparecchiatura molto rara e costosa che servirà ad aiutare i più fragili. Chi lo farà potrà dire: io c’ero, anch’io sono sceso in campo con la Nazionale Cantanti. Perciò vi aspetto tutti allo stadio: forza Nic e forza Mantova!».