MANTOVA Quasi 40.000 visitatori per la mostra “Dante e la cultura del Trecento a Mantova”, che a palazzo Ducale terminerà il prossimo fine settimana. Del catalogo edito da Sometti e dedicato all’esposizione ha trattato ieri a Casa Nuvolari il direttore di palazzo Ducale Stefano L’Occaso, in occasione del primo incontro a cura di Diocesi di Mantova con librerie Paoline – Il Rio, appuntamento che segna la volontà di far crescere la sede come centro di divulgazione artistica e culturale.
L’evento è stato anche occasione per annunciare le prossime iniziative e pubblicazioni legate alla reggia gonzaghesca: a marzo nella cappella dell’appartamento ducale sarà allestita una mostra di bronzi michelangioleschi, sarà poi la volta del riallestimento della galleria delle Metamorfosi e a ottobre della sala del Pisanello, esposizione che prevede anche l’arrivo di importanti prestiti esterni.
Caratteristica che collega le prossime rassegne con quella rivolta al Trecento ed attualmente in corso è la volontà di riallestire parti del palazzo, cui aggiungere opere in mostra. L’esposizione legata a Dante, infatti, ha consentito il riallestimento permanente di materiale giunto dai depositi del Ducale.
L’idea iniziale della mostra, ha proseguito L’Occaso, era quella di studiare la Mantova di Dante, poi il periodo si è ampliato a buona parte del XIV secolo, colmando il vuoto sia di opere sia di studi in merito ad un’epoca di grande valenza, che con il governo dei Bonacolsi e dei Gonzaga ha visto la costruzione di edifici essenziali per la città.
Riguardo alla possibile presenza del sommo poeta a Mantova, questa si può desumere da vari indizi: le terzine dedicate a Mantova nel Paradiso e nell’Inferno della “Divina Commedia”, il cenno di Dante a due poeti mantovani nel “De vulgari eloquentia” (Sordello da Goito e Gotto da Mantova, di cui nulla si conosce). E poi il passaggio presente nella “Vexata quaestio de aqua et terra” in cui Dante afferma di trovarsi a Mantova, anche se lo scritto presenta molti aspetti ancora da chiarire. Certo è che avendo vissuto per quattordici anni nella vicina Verona, sia logico pensare che il poeta abbia almeno voluto visitare la terra di Virgilio. Ma mancano prove documentali ad attestarlo.
La mostra a palazzo Ducale resterà aperta fino al 9 gennaio. Ilperf