Sociale gremito e applausi per il “Sior Todero Brontolon” di Branciaroli

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Mantova Il padrone. Non solo di casa. Di tutto e tutti: questo è il protagonista di “Sior Todero Brontolon”, la commedia di Carlo Goldoni in scena al Teatro Sociale nell’ambito della stagione di prosa cittadina. Chi decide è lui, poiché detiene il patrimonio famigliare. E poiché il figlio, il padrone giovane, non è in grado di opporsi ai suoi voleri. La nuora, invece, quella sì. Ha un carattere potente e deciso. Quando si tratta di maritare l’adorata figlia non si ferma davanti a nulla, per riuscire a far sposare alla fanciulla un uomo d’onore. Di lei innamorato. Le circostanze, come d’uso nelle vicende di Goldoni, tramano contro i protagonisti della storia. E in un lasso di tempo relativamente breve succede di tutto: la faccenda si complica terribilmente e poi si risolve in velocità. Grazie all’astuzia e all’abilità, un po’ anche allo spirito di gruppo, che i caratteri femminile tratteggiati dall’autore riescono a mettere in pratica. E tanti davvero sono i temi che Goldoni ha posto nel suo testo nel Settecento e che restano validi ad oggi: l’autonomia, l’indipendenza, la volontà e possibilità di poter prendere decisioni fondanti nella vita.
A riportare tutto in scena ha provveduto in modo incisivo e vivido il cast. A partire da Franco Branciaroli, benissimo affiancato da Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Alessandro Albertin, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Valentina Violo, Emanuele Fortunati Davide Falbo e Federica Di Cesare. Tutti applauditissimi.
La regia di regia Paolo Valerio si muove all’interno dell’abitazione veneziana di Todero. Qui vivono la nuora volitiva e il di lei marito che non desidera avere guai; la figliuola innamorata, il domestico fidato e di poche parole (il genio della situazione), il contabile disonesto e interessato con il figlio inetto, la cameriera per bene. La situazione è portata all’iperbole, alcune interpretazioni pure. Adattandosi al contesto esagerato, seppure portandolo verso un approccio più prossimo alla modernità. La commedia dell’arte rivive nelle marionette in scena con gli attori, che in qualche modo accompagnano la loro recitazione. Anche se questo particolare sarebbe forse da mettere meglio a fuoco.
Il prossimo appuntamento con la prosa al Sociale è per il 18 dicembre, con “Misurare il salto della rane” di Carrozzeria Orfeo.
La stagione di prosa “Mantova Teatro 2025-2026” è organizzata da Fondazione Artioli e Comune di Mantova, con il contributo di Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Fondazione Banca Agricola Mantovana, main sponsor Fondazione Marcegaglia.