Tempo d’Orchestra. Spettacolare Bach al Bibiena con l’integrale dei suoi concerti per tastiere e archi

MANTOVA  Cinque pianisti e un’orchestra d’archi per un progetto originale e di grande effetto destinato a realizzare l’esecuzione dell’integrale dei concerti di Johann Sebastian Bach (1685-1750) per più tastiere. Così è nato l’evento, tanto raro quanto avvincente e spettacolare, che mercoledì sera è approdato al Teatro Bibiena, per la stagione concertistica Tempo d’Orchestra. Già i quattro pianoforti Fazioli gran coda schierati sul palcoscenico offrivano un’immagine di rara suggestione, ma era solo il primo segnale di una serata davvero speciale, soprattutto per l’inedita opportunità di ascoltare in sequenza tre concerti a due, due a tre e uno a quattro tastiere, composizioni che Bach destinò al piacevole intrattenimento delle riunioni musicali con i suoi figli o con la ristretta cerchia di amici del Caffè Zimmermann di Lipsia. Opere piacevolissime, ma anche di notevole impegno per gli esecutori, che sono state proposte, per l’occasione, da un team di cinque pianisti – Andrea Padova, Gianluca Luisi, Marcello Mazzoni, Marco Scolastra e Maurizio Baglini – insieme ai Solisti Filarmonici Italiani, prestigiosa orchestra d’archi guidata da Federico Gugliemo nel ruolo di violino concertatore. Un particolare motivo d’interesse è stato rappresentato dalla scelta di proporre un’esecuzione moderna, pur rispettosa degli stilemi bachiani, sostituendo il clavicembalo delle partiture originali con il pianoforte. Un approccio strumentale ben diverso, dunque, sia timbrico che dinamico, assolutamente non filologico, ma inteso a rendere pienamente l’aspetto emozionale della musica di Bach in relazione alla sensibilità odierna. Impresa pienamente riuscita da parte dei cinque eccellenti pianisti che hanno proposto, in sequenza, i tre concerti per due tastiere (BWV 1060 in do min.; BWV 1061 in do magg.; BWV 1062 in do min.) e i successivi BWV 1063 in re min. e BWV 1064 in do magg. per tre tastiere. L’incalzante percorso tra questi fulgidi esempi della maestria di Bach nel saper coniugare la sua immensa sapienza contrappuntistica con l’italianità del brillante e fantasioso fluire melodico e armonico si è concluso, significativamente, con il Concerto BWV 1065 in la min. per quattro tastiere, abilissima e personale rielaborazione del Concerto per quattro violini op. 3 di Antonio Vivaldi. Giustamente entusiastico si è manifestato il riconoscente tributo del pubblico per le eccellenti interpretazioni dei solisti che hanno esibito un’affinità d’intenti esemplare per dare il giusto rilievo all’interazione tra le tastiere e l’opportuno equilibrio con le pregevoli qualità dei Solisti Filarmonici Italiani. Applausi scroscianti per tutti, alla fine, sull’eco dell’intramontabile musica di Bach. (gmp)