Mestre, 21 morti nell’incidente. Acquisite due scatole nere

MESTRE Due scatole nere e le immagini delle telecamere presenti sulla rampa Rizzardi di Mestre potrebbero restituire, con precisione, quanto accaduto ieri sera sul cavalcavia dove un pullman ha sfondato il doppio guardrail ed è precipitando causando la morte di 21 persone, 15 i feriti di cui molti gravi. “Le due scatole nere presenti sul pullman sono state salvate”, spiega l’assessore veneziano alla Mobilità Renato Boraso. Elementi che presto finiranno sul tavolo della procura che indaga sull’incidente, insieme alle immagini delle telecamere presenti sul tratto di strada statale su cui sono in corso lavori di ammodernamento.

Dalle ore 5.30 di questa mattina il bus elettrico che è precipitato dal cavalcavia si trova nel deposito dell’ex mercato ortofrutticolo in via Torino. Al termine delle complesse operazioni di estrazione di vittime e feriti, il bus, rovesciato sull’asfalto dopo un volo di alcuni metri, è stato sollevato con due gru e trasportato su un pianale nel deposito dell’ex mercato. A quanto apprende l’Adnkronos, il mezzo viene monitorato “ogni quattro ore circa” poiché “trattandosi di un bus elettrico”, quindi dotato di particolari batterie, “potrebbe ripartire l’incendio” divampato ieri sera subito dopo l’impatto.

 

Le ipotesi

Il bus stava rientrando al camping Hu, dove i turisti alloggiavano, quando per cause ancora da accertare non ha percorso la strada dritta davanti a sé ma è precipitato per alcuni metri nel vuoto prima di prendere fuoco. Tutte le ipotesi restano aperte: dal malore dell’autista all’ipotesi di una collisione con un altro mezzo prima di precipitare.

“O è un malore o è una dinamica legata al momento di grande traffico”, dice all’Adnkronos l’assessore Boraso. “Da quello che ho visto” dalle immagini riprese dalle telecamere, quello in cui il bus stava transitando sul cavalcavia “era un momento di grandissimo traffico”. Si vede che “c’è stato un affiancamento”, dice l’assessore, precisando però di non avere le competenze per comprendere cosa abbia determinato l’incidente. “Io mi sono fatto un’idea del traffico, speriamo che la procura capisca bene cos’è successo”.

La strada sul cavalcavia è a doppia corsia, ma a causa dei lavori in corso in un punto precedente a quello dell’incidente il traffico era ridotto solo su una. Il restringimento però, spiega Boraso, “c’è molto prima” del punto in cui il pullman è precipitato, ovvero quello della “discesa, tutto dritto”. Al momento dell’incidente, dice, “il bus viaggiava a destra, lungo un rettilineo. La velocità era bassa”, sia a causa del traffico, sia perché “in questa zona non puoi correre”.

Le vittime e i feriti

Ben otto dei 15 feriti dell’incidente sono in terapia intensiva. Lo si apprende da fonti ospedaliere. Sia le vittime (21) che i feriti sono in gran parti stranieri di diverse nazionalità tra cui ucraini, tedeschi e spagnoli. Stamane all’ospedale dell’Angelo a Mestre, dove si trovano sei dei feriti (tre in intensiva) sono arrivati i primi parenti delle vittime per i quali è stato garantito un supporto psicologico con sette psicologi e tre psichiatri.

Sono 11 le persone identificate tra le 15 rimaste ferite. Si tratta di 11 stranieri, in particolare di quattro ucraini (due donne, un uomo e una minore), un tedesco, una francese, un croato, una coppia spagnola e due minori (maschio e femmina) di origine austriaca.

Per quanto riguarda le 21 vittime, solo sette di loro sono state identificate, si tratta di 4-5 ucraini (sulla nazionalità di una delle quattro donne permane incertezza), un tedesco e l’autista del bus, Alberto Rizzotto, 40 anni, originario di Conegliano, in provincia di Treviso, e residente a Tezze di Vazzola.

118 Veneto: “Al lavoro per le identificazioni”

“Come 118 stiamo cercando di recuperare tutte le informazioni per stabilire l’identità delle vittime. Ci sono ancora 14 morti e 4 feriti senza un nome. Un’attività marginale, certo, di supporto alle forze dell’ordine ma necessaria viste le condizioni – dice all’Adnkronos Paolo Rosi, direttore del 118 Regione Veneto – Il magistrato questa mattina nominerà un perito incaricato di eseguire il riconoscimento, attraverso impronte dentali e digitali. Un lavoro fatto di concerto con la polizia scientifica”. “Chi fa il mio mestiere di tragedie ne vede tante – aggiunge Rosi – ma un episodio così straordinario con vittime ustionate, tra cui minori, è davvero straziante. Un bambino di appena 1 anno è morto, un’altra bambina di soli 4 anni è gravissima all’ospedale di Padova. Solo a Treviso una bambina non desta preoccupazioni, a parte qualche frattura. Ma qui è stata l’apocalisse”.

“All’ospedale dell’Angelo di Mestre la situazione da ieri sera è invariata: 6 i feriti trasferiti dal luogo dell’incidente, quattro in condizioni gravi ricoverati in rianimazione. Si tratta di tre uomini e una donna. Tutti stranieri, per la maggior parte di nazionalità ucraina, uno solo è tedesco. Dall’ora dell’apocalisse non ci siamo mai fermati”, dice all’Adnkronos Giulio Giuliani, responsabile comunicazione dell’Ulss Serenissima di Venezia. “Dopo lo strazio dei soccorsi ora ci aspetta la parte più difficile: il ricongiungimento delle vittime con i familiari, quasi tutti stranieri – aggiunge Giuliani – I feriti o non sono in condizioni di parlare oppure lo fanno a stento, per lo più in lingua ucraina”.

I parenti delle vittime

I primi parenti delle 21 vittime e dei 15 feriti stanno arrivando al camping dove i loro familiari alloggiavano. La Regione Veneto ha allestito e già attivato all’ospedale dell’Angelo un servizio di accoglienza e una sala dedicata. Nell’androne del nosocomio è attivo il punto di prima accoglienza che indica alle persone dove rivolgersi. Sono già molte quelle arrivate all’ospedale. Per loro è stato attivato anche un servizio di interpretariato in lingua tedesca, ucraina, spagnola e francese. I parenti sono assistiti da un team di specialisti composto da sette psicologi e tre psichiatri.

Sul luogo della tragedia il patriarca di Venezia Francesco Moraglia. “Il patriarca – spiega una nota del patriarcato – prega e chiede preghiere per le vittime, tra cui anche bambini, per i feriti e per tutte le persone coinvolte nell’incidente”.

Zaia

“Le salme sono all’obitorio di Mestre – ha spiegato il presidente del Veneto, Luca Zaia, intervenendo a ‘Non Stop News’ su Rtl 102 – e come sanità abbiamo organizzato un’accoglienza per i parenti, attivando anche un supporto psicologico. Affrontiamo anche la sfida della diversità linguistica, data la provenienza di molte nazioni coinvolte. Ringrazio i soccorritori, soprattutto quelli del settore sanitario, perché il loro intervento è stato tempestivo. Per quanto mi riguarda, ho fatto issare le bandiere a mezz’asta sugli edifici della Regione e ho chiesto anche ai sindaci del Veneto. È stato proclamato lutto cittadino ma penso che ci stia anche un lutto nazionale. Di fronte a una tragedia come questa, dobbiamo mostrare rispetto per le vittime, è fondamentale”, ha concluso il governatore del Veneto. (Adnkronos)