Bilancio inadeguato per le reali esigenze dei cittadini di Porto”. L’attaco di Fd’I

PORTO MANTOVANO – L’aggiornamento del Documento Unico di Programmazione (Dup) e del Bilancio di previsione 2020-2022 – approvati nel Consiglio dello scorso 16 aprile – continuano ad essere al centro di un acceso dibattito politico a Porto Mantovano. Le perplessità maggiori arrivano dal Circolo di Fratelli d’Italia di Porto Mantovano. «Il Comune ha deciso di far approvare un bilancio di previsione che non tiene conto delle esigenze provenienti dalla comunità portuense, soprattutto a seguito dell’onda d’urto generata dal dilagare del Coronavirus – fa notare il portavoce territoriale di FdI,  Salvatore Scalia  – È evidente che in virtù della situazione emergenziale si sarebbe dovuto ripensare allo schema di bilancio di previsione tenendo in debita considerazione le necessità e le urgenze provenienti dal territorio a seguito del diffondersi del virus, soprattutto prevedendo delle voci di spesa per degli interventi a sostegno del welfare. Infatti, al momento dell’approvazione, da parte della giunta e in seguito del consiglio comunale, si era consapevoli che lo schema di bilancio di previsione proposto era del tutto vetusto e inadeguato, e ne è dimostrazione la deliberazione di variazione di bilancio della Giunta comunale n. 47 del 23 aprile, con la quale si procede al finanziamento di spese urgenti dettate dal diffondersi del covid-19, prelevando delle somme dal fondo di riserva». Scalia si è quindi soffermato su alcune voci di spesa che a suo dire sarebbero alquanto discutibili. Sotto la lente è finito l’impegno di spesa di 750mila euro per ampliare l’attuale sede dell’associazione Porto Emergenza, organismo che opera in sinergia con il sistema di emergenza sanitaria 118 nei servizi di soccorso, su più ambiti territoriali. «Seppur questa spesa rientri tra le opere pubbliche strategiche per il territorio, oggi non risulta indispensabile anche in considerazione del fatto che quella struttura dovrebbe essere data in gestione a soggetti, a seguito di procedura pubblica, con requisiti specifici. Oltretutto – insiste Scalia – tale opera non è strategica solo per Porto Mantovano ma anche per i Comuni limitrofi e quindi sarebbe stato opportuno pensare ad una partnership tra diversi enti, interessati ad avere nelle vicinanze un punto di riferimento per interventi di emergenza e telesoccorso dotato di ambulanze. Peraltro, il dato relativo all’ampliamento di Porto Emergenza va letto congiuntamente con l’intenzione da parte di questa amministrazione di alienare l’ex CSI, per un importo presunto di 1.220.000mila euro». Importo che secondo Scalia non sarebbe supportato da alcuna perizia recente, «Il rischio reale è che l’amministrazione impieghi i nostri soldi per edificare una cattedrale nel deserto, quella di Porto Emergenza, senza poi riuscire ad alienare il Csi in quanto il prezzo è fuori mercato. Insomma – prosegue – non vorremmo riaccadesse quanto già successo con la sala polivalente, ad oggi incompiuta». Dal canto suo Fratelli d’Italia propone che l’ex CSI venga dapprima stimato con una perizia giurata di un tecnico per poi procedere con la sua riqualificazione prevedendo, in quello stesso immobile, la realizzazione della sede di Porto Emergenza. «Non vogliamo che diventi un luogo abbandonato, e quindi facile oggetto di razzie da parte di malintenzionati. Inoltre – conclude Scalia – prevedere una sede di Porto Emergenza nell’ex CSI permetterebbe di avere, in un luogo strategico, fuori dal centro abitato, in prossimità delle principali vie di comunicazione, da cui attivare un tempestivo servizio ambulanze verso il territorio comunale oltreché poter servire tutti i Comuni adiacenti».

Matteo Vincenzi