Boom di clienti ad ogni ora del giorno: scovata casa-squillo

Pizzicano un padre di famiglia che vi accompagnava il figlio

ALTO MANTOVANO   I clienti arrivavano dalla provincia di Verona, ma anche dal Bresciano e Mantovano. Molti erano ormai abituali, altri turisti di passaggio sul lago oltremodo incuriositi da quegli “strani” annunci sul web (tutti corredati di fotografie dimostrative di giovani e avvenenti ragazze orientali), che reclamizzavano un «rilassante e moderno» centro massaggi situato nei pressi della stazione ferroviaria di Peschiera del Garda, il quale in realtà si prestava a elargire ben altri tipi di prestazioni. E come volevasi dimostrare i massaggi altro non erano che uno specchietto per le allodole, perché dentro quell’appartamento  Z.L. , cittadina di origine cinese 45enne, aveva allestito una vera casa di appuntamenti sfruttando per almeno un anno e mezzo alcune sue connazionali. La donna è stata arrestata dai carabinieri del nucleo operativo di Peschiera al termine di un’indagine durata un paio di mesi e partita dalle segnalazioni degli abitanti dello stabile che avevano notato un sospetto viavai, soprattutto nelle ore notturne. Al momento dell’irruzione dei militari, all’interno della casa c’era un cliente che aveva appena consumato un rapporto con una straniera di cinquant’anni. Pertanto, nella piena flagranza del reato, è stato eseguito l’arresto della maitresse e sequestrato il denaro contante, provento dell’attività illecita. Oltre all’osservazione, le investigazioni dei carabinieri si sono avvalse anche delle testimonianze dei clienti fermati dopo la consumazione dei rapporti. Tra le cose più insolite è stato scoperto che un padre di famiglia originario dell’alto mantovano vi accompagnava il figlio diciannovenne, aspettando rispettosamente in auto: «Aveva bisogno di fare esperienza», si sarebbe poi giustificato con militari. L’accusa è di aver creato una casa di appuntamenti in un appartamento vicino alla stazione ferroviaria di Peschiera. Il locale era stato preso in affitto da un’agenzia del posto, totalmente ignara ed estranea ai fatti. Ai frequentatori abituali della casa bastava contattare telefonicamente la maitresse cinese, che concordava l’incontro fornendo l’indirizzo dell’alloggio.
Per facilitare l’individuazione dell’appartamento a luci rosse per i clienti novelli, ma soprattutto per fare capire quando le ragazze erano disponibile, Z.L. aveva escogitato un pratico stratagemma: l’esposizione fuori dal balcone di una bandiera dell’Italia. Dalle indagini è infine emerso che le prestazioni venivano pagate dai 30 ai 200 euro. Ma la tenutaria abbassava il prezzo fino a 20 euro per chi appariva meno abbiente. Segno che nessun settore è risparmiato dalla crisi.

Matteo Vincenzi