Carne tradizionale versus carne sintetica, Confragricoltura porta il dibattito a Bovimac

GONZAGA – Gli animali salveranno il mondo? Certamente sì, a patto che l’uomo ne abbia una gestione intelligente e razionale. Questo quanto emerso dal convegno “Gli
animali salveranno il mondo”, organizzato da Confagricoltura Mantova e andato
in scena questa mattina al Bovimac di Gonzaga. Obiettivo della mattinata era
quello di fare chiarezza sui temi della carne sintetica e della sostenibilità degli
allevamenti, sempre più all’ordine del giorno.
Di primissimo livello i relatori presenti sul palco, vale a dire il professor Giorgio
Cantelli Forti, presidente dell’Accademia nazionale di Agricoltura, il professor
Paolo Aimone Marsan, docente di Miglioramento genetico animale presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e il professor Andrea
Formigoni, titolare della cattedra di Nutrizione a Alimentazione animale presso
l’ateneo di Bologna.
«Abbiamo bisogno di sempre più momenti come questo – ha detto in apertura
Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova – perché il racconto che
abbiamo oggi dell’agricoltura è errato e distorto. Spesso si racconta senza
competenze, come nel caso dell’argomento odierno, le proteine sintetiche. Le
giudichiamo senza comprenderle appieno, ma noi siamo dell’idea che più si
conosce una cosa, meglio la si può affrontare, nel caso in cui servissero
contromosse. I “no” a priori li lasciamo ad altre organizzazioni».
Ma la tanto demonizzata carne rossa fa davvero male? «Assolutamente no – ha
spiegato il professor Cantelli Forti – dal momento che per la nostra salute è molto
più rischioso consumare poca frutta e verdura che mangiare carne. Senza
contare che, dal punto di vista nutritivo, per avere gli stessi amminoacidi
contenuti in 70 grammi di carne rossa dovremmo mangiare due porzioni di pasta
e fagioli, ben più caloriche (700 kcal contro 80). La carne dunque, se assunta
nelle quantità giuste, è alimento ideale per tutte le età della vita. La carne
sintetica? Al momento non disponiamo delle giuste informazioni, e non sappiamo
dunque se potrà avere le stesse caratteristiche nutritive della carne cosiddetta
tradizionale. Non abbiamo dati scientifici, solo quando li avremo potremo
capire».
L’opinione pubblica punta il dito poi sugli allevamenti intensivi: «Ma una
zootecnia intensiva fatta bene come quella odierna – spiega il professor Aimone
Marsan – è molto più efficace di quella estensiva, con la quale non si può pensare
di sfamare il mondo per un semplice motivo: il suolo non basterebbe. In questo
senso innovazione genetica e genomica stanno cambiando il mondo, dandoci
animali più produttivi e sempre meno impattanti».
Riusciremo dunque a nutrire 10 miliardi di persone (cifra alla quale arriveremo
molto presto)? «Lo faremo tramite gli animali – ha detto il professor Andrea
Formigoni – se intelligentemente gestiti. Gli allevamenti, se ben condotti,
generano solo benefici, ma devono essere accompagnati da un concetto, quello
dell’efficienza, sempre più importanti nelle nostre aziende. Penso soprattutto alla
gestione strategica del terreno, elemento dal quale nasce tutto e dal quale
occorre partire per ogni ragionamento».
«Faccio un appello anche alla politica – ha concluso Cortesi – dal momento che
la nuova Pac ha logiche sì condivisibili, ma non fornisce i giusti strumenti per
attuarle».