Castiglione: da Maradona ai calcinacci, il “Cardone” sempre più fuorigioco

CASTIGLIONE Dello Stadio Ugo Lusetti, anche su queste pagine, se ne scrive spesso. Da anni è in atto un restyling della struttura di via Lonato e dell’intera area che la circonda. Sono diversi infatti i campetti “satellite” dell’impianto centrale utilizzati per allenamenti e partite ufficiali delle formazioni juniores dell’FC Castiglione, squadra che milita nel campionato d’Eccellenza lombarda e che gioca le partite casalinghe proprio al San Pietro.
Ma forse non tutti sanno che il capoluogo morenico, oltre al campo in località Grole, ormai riconvertito per addestramento cani, ha anche un altro stadio: il Mario Cardone, giunto per incuria, ormai, all’ultimo stadio. Il gioco di parole, purtroppo, rende bene l’idea. Infatti l’impianto di viale Croce Rossa versa da molti anni in uno stato di perenne abbandono. Erbacce, calcinacci e qualche rifiuto dominano le tribune e quello che resta del manto erboso. Eppure nel 1988 quel prato è stato calcato anche da Diego Armando Maradona. Sì, proprio lui: il Pibe de Oro di scena nella città aloisiana per un’amichevole contro la formazione locale. E non mancano online e nell’archivio privato di qualche appassionato di storia castiglionese gli scatti che immortalano quella celebre occasione.
Tornando alle “cose di campo”, come si dice in gergo tecnico, nel 2019 l’allora amministrazione comunale sempre guidata dal sindaco Enrico Volpi, si espresse favorevolmente per la vendita e sembravano esserci anche le condizioni per chiudere l’affare con alcuni imprenditori interessati. Poi però non se ne fece più nulla.
Non va dimenticata né sottovalutata, però, la questione inquinamento che riguarda, di riflesso, anche l’ormai ex campo da calcio. Infatti a fianco all’impianto sportivo sorge l’area industriale dell’ex Rapetti. La zona della fabbrica di rubinetteria, ora di proprietà della Curia, è delimitata, da molto tempo, da una barriera per il contenimento di agenti contaminanti e monitorata costantemente con alcuni pozzi piezometrici.
La situazione, ad oggi, è questa: Comune e Diocesi sono in contatto per cercare di risolvere il problema, ma si spera sempre in novità positive dai rilevamenti e, quindi, per l’ok definitivo dell’Arpa. Purtroppo però le infiltrazioni sono arrivate fino in profondità nel terreno e questo inevitabilmente, considerata la vicinanza, implica l’interessamento anche del campo Cardone. Così tutto è fermo e lo sarà, molto probabilmente anche per quest’anno: non si può procedere alla bonifica definitiva e, di conseguenza, alla vendita dell’intera area che ospita lo stadio, riconoscibile dall’esterno, ormai, solo per il botteghino rossoblù scolorito e chiuso e per un cartello che avvisa di “pericolo rischio crolli”.