Copacabana, la gelateria dal gusto internazionale nel cuore di Casalmaggiore

Il proprietario Carlos Silva

Dal 2015 l’attività è curata da Carlos Silva e dalla moglie Shimena, unendo la tradizione alla sperimentazione

CASALMAGGIORE  – La gelateria Copacabana, a Casalmaggiore, è da trent’anni un punto di riferimento per chi desideri una vera specialità artigianale. A raccontarne l’evoluzione e la realtà odierna, composta da tanti diversi fattori che uniscono classicità e sperimentazione, è Carlos Silva. Di origini brasiliane, con alla spalle studi in Storia e Filosofia, nella crescita lavorativa di Carlos è compresa anche una esperienza come musicista: ha suonato a X Factor e a fianco di dive quali Mariah Carey o Pixie Lott. Arriva in Italia nei primi anni 2000. Subito nasce la passione per il gelato artigianale. Interesse di cui ha fatto una professione ad alta specializzazione:
“Negli anni Novanta i miei suoceri hanno aperto l’attività, che dal 2015 portiamo avanti mia moglie Shimena e io, con un progressivo cambio generazionale. La gelateria è sempre nella via principale del centro. Nel tempo ci siamo spostati con il locale di pochi metri, allestendo spazi rinnovati dal punto di vista stilistico ed estetico. Ampliando e aggiornando anche i prodotti. Rispettando la tradizione, con proposte più moderne. Oggi il gelato si declina in tanti gusti.”
Uno in particolare – il gelato al pesto – ha consentito a Carlos Silva di essere selezionato tra oltre cento professionisti, per prendere parte alla trasmissione “Kitchen Sound”, condotta da Alessandro Borghese. Copacabana è anche stata segnalata della rivista “La cucina italiana” tra le migliori cento attività del settore. E oggi al gelato si aggiungono creme spalmabili, marmellate, torte stratificate prodotte interamente nel laboratorio artigianale del negozio, dagli inserti alle decorazioni.
I clienti, anche attraverso social e programmi tv, sono informati ed esigenti. Quindi è importante certamente offrire una materia prima di qualità. Ma diventa fondamentale saperla trattare. E proprio questo è diventato il punto di forza di Silva:
«Ci sono persone che arrivano da noi da altre città per gustare le nostre specialità – continua il maestro gelatiere – perché conoscono la gelateria come realtà storica, ma sanno di trovare qualcosa di speciale. Da queste caratteristiche, e dall’attitudine all’insegnamento che in Brasile era il mio mestiere, ho iniziato a tenere corsi e consulenze private nel nostro laboratorio. Con il tempo, attraverso i canali social, ho raggiunto contatti in tutta Italia e in tutto il mondo. Così una società internazionale come Bravo Spa si è interessata ai miei lavori. Ed è iniziato il mio percorso in eventi con i nomi più noti dell’ambiente gastronomico e della pasticceria, tra cui Iginio Massari, Luigi Biasetto, Antonio Bachour, Ernst Knam, Danilo Freguja, Angelo Grasso o Vetulio Bondi.
Ho preso parte a festival e fiere, quali Host a Milano, “Sherbeth” a Palermo o Sigep a Rimini. In queste occasioni sento molto la responsabilità di dover spiegare come funzionino i macchinari dell’azienda, di cui sono adesso brand ambassador, e nel contempo far lavorare al meglio chi debba far arrivare il proprio prodotto a una eventuale giuria e al pubblico. Oltre a dare vita a show cooking e workshop.
Si tratta anche per me di esperienze arricchenti, perché ogni volta apprendo tecniche nuove e approfondisco la conoscenza del settore. Tutte nozioni che poi porto nella gelateria di Casalmaggiore, dando un tocco differente e internazionale alla nostra attività. A quello che offriamo.”
Copacabana significa produzione di alta qualità, consulenza per migliorare la produzione di altri artigiani, appuntamenti di grande richiamo. E un approccio speciale anche dal punto di vista mediatico e dell’immagine. Che nella contemporaneità è basilare. E porta i successi della gelateria ad essere scoperti davvero da tutti.

Copacabana significa proposte di alta qualità, consulenza per migliorare la produzione di altri artigiani, appuntamenti
di grande richiamo. E un approccio speciale anche dal punto
di vista mediatico e dell’immagine, che oggi è basilare