Il fatto non sussiste: prosciolti i Fasci italiani del lavoro

Ieri la sentenza. L’annuncio del movimento: “Procederemo contro la Boldrini e il giornalista Berizzi”

tribunale di mantova

SERMIDE E FELONICA  Assolti perché il fatto non sussiste: nella giornata di ieri il Gup di Mantova Gilberto Casari ha respinto le richieste di condanna avanzate dal procuratore Manuela Fasolato nei confronti dei nove esponenti dei Fasci Italiani del Lavoro che nel 2017 conquistarono un seggio alle elezioni comunali di Sermide e Felonica poi annullate su decisione del Tar ribadita dal Consiglio di Stato. Tra di essi il segretario nazionale Claudio Negrini – sermidese – e sua figlia Fiamma, che nel 2017 era candidata a sindaco e conquistò il seggio di consigliere di opposizione con poco meno di 400 voti.
Una decisione che è destinata a fare discutere, su entrambi i fronti contrapposti che si sono creati in quasi ventuno mesi di polemiche ferocissime: per violazione della Legge Scelba e della XII disposizione transitoria della Costituzione il pm Fasolato aveva chiesto condanne per complessivi 20 anni (in particolare erano stati richiesti 4 anni per Claudio Negrini e 20 mesi per la figlia Fiamma) mentre il Gup Casari ha optato per il proscioglimento. Il fatto non sussiste dunque, oltre che per i già citati Claudio e Fiamma Negrini, anche per Pasqua Lombardo, Giuseppe Ridulfo, Vincenzo Stravolo, Marco Piraino e Simone Grazio, mentre per i due imputati che avevano scelto il rito ordinario – Elvira Tormene e Sergio De Biasio – il Gup ha disposto il non luogo a procedere.
Dicevamo sentenza che farà discutere anche perchè, come ha confermato lo stesso Claudio Negrini, ora i Fasci intendono rivalersi su chi, spiegano, «ha alimentato un campagna di odio nei nostri confronti»; lo stesso legale dei Fasci ha ribadito che si sta valutando quali azioni esperire nei confronti dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini e del giornalista di “Repubblica” Paolo Berizzi. Di contro la Procura di Mantova attende di poter leggere le motivazioni della sentenza del Gup per decidere se ricorrere in appello.
«Siamo molto soddisfatti di questa sentenza – ha detto Claudio Negrini – che fa crollare un castello accusatorio assurdo e una campagna di odio inaudita nei nostri confronti. Purtroppo, tale sentenza non ci restituisce il seggio di consigliere comunale che avevamo legittimamente conquistato e che invece è stato tolto con un’azione che ha condannato Sermide e Felonica a un commissariamento dannoso su tutti i fronti. Ci ripresentiamo alle urne con un simbolo diverso e con un nuovo candidato nella speranza di recuperare, magari con gli interessi, ciò che ci è stato sottratto».