Mantua Surgelati: vacilla la cessione a Italpizza, in allarme 500 famiglie

CASTELBELFORTE – Lo stallo prolungato, e per certi versi inspiegabile, della trattativa per la cessione del “ramo pizza” della Mantua Surgelati all’emiliana Italpizza sta preoccupando non poco lavoratori, organizzazioni sindacali e istituzioni territoriali. Una trattativa che a luglio sembrava ai dettagli finali, ma che si è in seguito arenata per i dissidi – ormai di dominio pubblico – tra i figli del fondatore Romano Freddi, Franco e Federica. Ma per capire quanto sta succedendo è necessario tornare allo scorso marzo, quando su iniziativa di Federica Freddi, proprietaria del 50% del pacchetto azionario di Mantua Surgelati, vengono allacciati i primi contatti con Italpizza per la vendita del ramo d’azienda concernente la produzione di pizze. Il fratello Franco, presidente del Cda (la figlia Francesca detiene il restante 50% del pacchetto), pur non condividendo la volontà di cedere la maggioranza dell’azienda, nell’interesse di Mantua Surgelati e degli stessi lavoratori decide per la vendita. Una soluzione che sembra soddisfare tutti e che darebbe vita ad un colosso europeo nel campo alimentare, con prospettive di creare anche nuovi posti di lavoro. Tanto che Italpizza, forte della stipula di una dichiarazione d’intenti, per sei mesi impegna risorse e personale per la creazione di una new diligence. Ma improvvisamente tutto si blocca. Un repentino, quanto inaspettato, dietrofront della stessa Federica, provoca l’interruzione delle trattative con Italpizza. Ed è il motivo che ieri mattina ha spinto i segretari dei sindacati di categoria Flai-Cgil, Marco Volta – affiancato da Ivan Papazzoni e dalla delegata Rsu Laura Giovanna Cortelazzi – e Fai Cisl, Ciro Di Lena, ad organizzare davanti ad uno dei quattro stabilimenti della Mantua Surgelati di Castelbelforte un presidio di protesta contro la mancanza di chiarezza in merito alla cessione e per il prolungato silenzio in cui si è chiusa la parte della società che fa capo a Federica Freddi. «Al momento – spiega il segretario Flai-Cgil Volta – ci risulta che Italpizza rimanga comunque interessata all’acquisto della Mantua Surgelati, ma a questo punto è necessario che chi di dovere riveli le proprie intenzioni. Quando a luglio si era cominciato a parlare della cessione, era stata sottoscritta una lettera di intenti fra Italpizza e l’attuale proprietà della Mantua Surgelati, in cui comparivano progetti e somme dell’operazione. L’azienda con sede a San Donnino (Mo) da luglio a novembre aveva anche iniziato a entrare nel sistema commerciale dell’azienda mantovana, spendendosi con i propri clienti. Ora, però, è tutto fermo e non sappiamo nemmeno esattamente i perché, con il rischio che Italpizza si stanchi e abbandoni definitivamente la trattativa. Se nei prossimi giorni non ci saranno novità – evidenzia Volta – e proseguirà questa situazione paradossale di stallo, passeremo alla mobilitazione». Per dovere d’informazione occorre ricordare che, per ottenere l’approvazione del bilancio di Mantua Surgelati relativo all’esercizio dell’anno 2019 si era reso necessario ricorrere all’ausilio del Tribunale di Mantova, vista l’opposizione di Federica Freddi alla certificazione del documento. Sempre secondo Flai Cgil e Fai Cisl, questo stallo inizia ad agitare anche i lavoratori. Parliamo di 385 dipendenti diretti e 88 lavoratori somministrati. In questi giorni si stanno tenendo anche le assemblee per il rinnovo delle Rsu, che hanno coinvolto oltre 200 lavoratori. «L’azienda è sana – aggiungono Papazzoni della Flai Cgil Mantova e Cortelazzi Rsu della Flai – e nel 2020 (così come nel 2019), a quanto ci risulta, ha registrato buonissime performance e il lavoro non manca. Ma quest’impasse inizia a preoccuparci poiché rischia di far saltare la cessione a Italpizza aprendo scenari preoccupanti per i lavoratori». In tarda mattinata i sindacati hanno raggiunto in municipio il sindaco di Castelbelforte Massimiliano Gazzani per condividere i loro timori, che dal canto suo si è detto disponibile a fare tutto quanto in suo potere per sbloccare la situazione: «Sono negativamente sorpreso da quanto si sta verificando, perché non si può lasciare nell’incertezza quasi 500 famiglie. Alla fine mi auguro che prevalga il buon senso, nella speranza che la trattativa si sblocchi quanto prima per il bene di tutti. Viceversa si prefigurerebbe un disastro sociale che va assolutamente scongiurato».

Matteo Vincenzi