Motori e palloncini per Giacomo, a Castel d’Ario una folla per l’addio al 18enne

CASTEL D’ARIO –  La comunità di Castel d’Ario si è stretta ieri in un affettuoso abbraccio ai familiari e agli amici di Giacomo De Nicolo, il giovane centauro di 18 anni rimasto vittima, lunedì scorso, di un tragico incidente stradale lungo la regionale 10, all’altezza della frazione di Susano.
Il feretro di legno chiaro, proveniente dalla casa dei nonni materni, è arrivato sul sagrato della chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria poco prima delle 16. In segno di lutto le attività commerciali del centro storico hanno posticipato l’apertura pomeridiana.
Ad accogliere l’arrivo della bara, sul piazzale della parrocchia, anche il sindaco Daniela Castro, rappresentanti di associazioni e tanti giovani, una cinquantina dei quali in sella alle due ruote che al termine del rito funebre hanno dato gas ai motori per salutare a modo loro il coetaneo prematuramente scomparso. Il monossido fuoriuscito dai tubi di scarico delle moto unito ai 38° gradi fatti segnare dal termometro sul piazzale della chiesa hanno provocato diverse lacrimazioni e qualche malore tra i partecipanti, ma fortunatamente la situazione è poi rientrata.
A celebrare il rito funebre è stato don Daniele Bighi coadiuvato da don Alberto Bertozzi. «Siamo tutti feriti da questa tragedia – ha detto il parroco -. La morte è in sé è un’ingiustizia, e come tutte le ingiustizie apre un vuoto e porta rabbia. Sono questi i momenti in cui ci chiediamo dov’è Dio. Eppure Dio è chi più di tutti ci hai insegnato che la morte non avrà l’ultima parola; serve però tenere accesa la lampada della fede».
Giacomo lavorava come parrucchiere in un negozio di Mantova e stava tornando a casa quando lunedì, verso le 18.30, si è scontrato contro una Toyota Auris che proveniva dal senso opposto e che aveva praticamente concluso la manovra per entrare nel parcheggio della palestra Level Up. La perdita di conoscenza, la corsa in eliambulanza nell’ospedale civile di Brescia e, dopo ventiquattr’ore, il decesso sono state le repentine tappe di un dramma che nessuno avrebbe voluto raccontare.
«Ma in questo buio dell’anima e dello spirito ci può essere una speranza: la troviamo nelle parole del Signore “Io sono la risurrezione e la vita” – ha aggiunto il sacerdote -, perché egli ha messo in ciascuno di noi semi di eternità».
All’uscita del feretro, col sole a far capolino in cielo, il rombo dei motori e il lancio di palloncini multicolori prima dell’ultimo viaggio verso il cimitero del paese.
Giacomo De Nicolo lascia la mamma Serena Olivieri, titolare di un centro estetico in paese, il papà Francesco, il fratello maggiore Riccardo, i nonni e un grande vuoto nella compagnia di amici che prima di lasciare la chiesa hanno letto alcuni messaggi in ricordo di “Ciucca”, come erano soliti chiamare il compagno di tante avvenute che amava la sua motocicletta e la libertà.

Matteo Vincenzi