VIADANA – “L’amministrazione comunale si riserva di promuovere ogni azione legale, volta ad accertare eventuali responsabilità contrattuali ed extracontrattuali nell’esecuzione dell’opera, comprese quelle per violazione dei doveri di vigilanza e controllo in capo per legge alla direzione dei lavori e a chiedere i relativi danni, inclusi quelli derivanti dalle dimissioni, ove ritenute illegittime»: l’esecutivo locale “rompe il silenzio” sul “caso Palafarina”, tema clou del dibattito politico di questi giorni, anticipando la propria linea difensiva.
«In conseguenza delle dimissioni presentate dal direttore dei lavori (Francesco Palumbo , ndr) senza alcun preavviso il 30 settembre 2019 – afferma il sindaco reggente Alessandro Cavallari – i lavori sono stati sospesi in quanto non era possibile proseguire senza un direttore dei lavori ed un coordinatore della sicurezza. Per la costituzione del nuovo ufficio di direzione, l’ufficio tecnico e l’amministrazione si sono attivati immediatamente e hanno chiesto al direttore dei lavori la consegna della documentazione tecnico-amministrativa necessaria per il passaggio di consegne. A fronte di queste richieste il direttore dimissionario non ha consegnato quanto richiesto e pertanto l’ufficio tecnico sta predisponendo quanto mancante al fine di riprendere il cantiere con un nuovo ufficio di direzione dei lavori».
L’esponente di Palazzo Matteotti anticipa i prossimi passaggi: «Nella settimana entrante è programmato un sopralluogo con i collaudatori, il Rup e l’impresa per definire lo stato di consistenza e i passaggi amministrativi per la ripresa del cantiere. Da tempo è stata richiesta una riunione con Regione Lombardia per aggiornare la situazione e proseguire con l’accordo di programma in essere. Ad ora – conclude Cavallari – nessuna indagine risulta all’amministrazione comunale, la quale è l’unica parte lesa in questa vicenda, dato che si è vista costretta a sospendere il cantiere a causa delle dimissioni improvvise del direttore dei lavori, a dispetto di quanto previsto dal disciplinare di incarico».
Lorenzo Costa