Rapina in villa a Volta, in casa anche la figlia di soli tre anni. Arrestato il ladro

VOLTA MANTOVANA – La tiene in ostaggio puntandole un coltello alla gola, mentre la figlia di tre anni sta dormendo nella stanza da letto. Il rapinatore si fa consegnare contanti e qualche oggetto prezioso e scappa. Ma poco più tardi viene rintracciato dai carabinieri e, dopo un inseguimento rocambolesco, il 30enne di origine magrebina viene arrestato con l’accusa di rapina a mano armata e resistenza a pubblico ufficiale.
Un quarto d’ore da incubo quello vissuto la notte scorsa da una dottoressa 36enne residente a Volta Mantova. Quindici minuti durante i quali l’unico pensiero della donna era rivolto alla figlioletta di soli tre anni che stava dormendo in camera da letto. Come detto il grave episodio criminoso è avvenuto la notte di venerdì, verso le 2.30, quando uno sconosciuto si è introdotto all’interno di un’abitazione di Volta Mantovana, non molto lontana dal centro – per l’esattezza sulla strada che porta a Cavriana – e nemmeno particolarmente isolata. Il racconto di quei frenetici e infiniti minuti di terrore arriva direttamente dalla vittima, una dottoressa 36enne che lavora Verona, e definita dai carabinieri di Castiglione, le forze dell’ordine intervenute sul posto e responsabili della cattura del malvivente, molto coraggiosa e datata di un sangue freddo incredibile.
«Mi hanno detto che sono stata brava e temeraria, ma sinceramente per me è stato naturale, il mio unico pensiero era proteggere mia figlia – racconta al telefono la donna che. per motivi di sicurezza e tenuto conto che la vicenda vede coinvolta anche una minore, vuole mantenere l’anonimato -. Data l’ora, erano le 2.30 circa, stavo dormendo insieme alla mia piccola di tre anni. L’avevo portata nel lettone con me perchè mio marito, turnista, era fuori per lavoro. Era andata a letto ormai da più di tre ore ma purtroppo o fortunatamente, dipende poi dai punti di vista, ho il sonno alquanto leggero e ho sentito aprirsi la porta in fondo le scale. Ho quindi spalancato gli occhi e in quel momento ho visto la figura di un uomo con il viso coperto da qualcosa di bianco, sull’uscio della camera da letto. Gli ho chiesto chi fosse ma lui è andato via e io, istintivamente e per non destare mia figlia che avevo accanto, mi sono alzata e l’ho seguito in bagno dove si era nascosto. Ho insistito nel chiedergli cosa volesse, ero terrorizzata che si svegliasse la piccola, e a quel punto , tenendomi per la felpa del pigiama, mi ha strattonato per tutte le stanze dove mi ha costretto a raccogliere quello di valore che vedeva. Non contento, gli avevo consegnato veramente tutto quello che avevo anche il portafoglio con le carte di credito, mi ha condotto in cucina dove ha preso uno dei miei coltelli e, puntadomelo alla gola, mi ha accusato di tenere nascosto del denaro. Alla fine, però, sono riuscita a convincerlo che non c’era altro e così se ne andato, non prima di avvertirmi che non avrei dovuto chiamare le forze dell’ordine perchè altrimenti sarebbe tornato a fare del male a me e mia figlia. Al contrario ho allertato immediatamente i carabinieri che sono arrivati poco dopo e a loro ho raccontato quello che era accaduto e quindi la dinamica. Il rapinatore, che è entrato forzando una porta secondaria, aveva il viso coperto con un telo e una cuffia bianca e parlava con un marcato accento arabo. Sono andata poi in caserma a fare denuncia e là ho poi scoperto che il malvivente era già stato catturato».

Sabrina Cavalli