Rogo villa Riva Berni, accertamenti conclusi. Ora tocca agli inquirenti

BAGNOLO Si sono concluse le verifiche dei vigili del fuoco volte ad appurare le esatte cause del devastante incendio scoppiato la settimana scorsa all’interno di villa Riva Berni a Bagnolo San Vito. La relazione tecnica con gli esiti dell’intervento peritale, infatti, è stata inoltrata nella giornata dell’altro ieri ai carabinieri della locale stazione i quali, provvederanno già nelle prossime ore a notiziare il magistrato di turno. Sul tavolo del sostituto procuratore Silvia Bertuzzi, quindi, a breve arriveranno i risultati condotti dagli uomini del comando provinciale di viale Risorgimento da cui poi scaturirà l’apertura di un fascicolo d’indagine. Sulla vicenda viene mantenuto il più stretto riserbo e i dettagli dell’intervento effettuato in loco ancora secretati. Tra le possibili origini dell’incendio non si esclude dunque nulla, dall’evento accidentale, quale un possibile cortocircuito, all’azione dolosa. Elemento certo, ormai assodato, infatti è quello che ha visto la sparizione per mano ignota di dodici altorilievi a medaglione raffiguranti gli apostoli, trafugati da una stanza della residenza. Circa le possibili ipotesi di reato al vaglio della procura queste potrebbero dunque riguardare sia la fattispecie di furto che quella d’incendio doloso. Compito degli inquirenti sarà dunque quello di stabilire se ci sia stata una correlazione diretta tra l’episodio predatorio perpetrato e il rogo che ha ridotto in macerie parte della dimora seicentesca. Solo gli accertamenti tecnici appena ultimati potranno dunque far luce sul possibile innesco responsabile dell’incendio. L’allarme era stato lanciato attorno alle 2 da un vicino di casa. Sul posto i militari dell’Arma e squadre dei vigili del fuoco di Mantova, Suzzara e Castiglione; per riuscire a domare le fiamme i pompieri avevano impiegato tutta la notte e per buona parte del mattino seguente si erano succedute le operazioni di smassamento delle masserizie. Stando alle ricostruzioni le fiamme si erano sprigionate dalla biblioteca – chiusa a chiave – per poi in poco tempo propagarsi anche ad altri ambienti sul lato sinistro dell’edificio.