Salvò i passanti dalla badante: targa a Quatti

ASOLA L’ultimo atto ufficiale di Raffaele Favalli nel ruolo di sindaco è qualche giorno fa la consegna al comandante della polizia locale associata “Dei fiumi e delle torri”, il commissario capo Marco Quatti, di un riconoscimento per il coraggio e l’altruismo dimostrato a Canneto nel corso del pomeriggio del primo settembre scorso, in occasione della cattura della badante polacca che uccise la bibliotecaria del paese, la 54enne Paola Beretta.
Il comandante della polizia locale, che si trovava fuori servizio e, per pura coincidenza, era a fare visita al padre nella vicina casa di riposo, con un’immensa dose di sangue freddo riuscì, assieme ad altri due cittadini cannetesi, a bloccare l’accoltellatrice, impedendo che la striscia di sangue lasciata dalla badante 58enne potesse allungarsi ancora.
«Essere riusciti a bloccare la donna in piazza Gramsci – ha detto Favalli motivando l’onorificenza – impedendole di raggiungere l’affollata via Garibaldi, evitò una vera e propria strage. Scagliandole contro una bicicletta rinvenuta sul posto e con l’aiuto di un bastone e colpendola con un calcio, il comandante riuscì dopo alcuni minuti di collutazione a disarmare la donna e poi a bloccarla ed immobilizzarla in attesa dell’arrivo dei carabinieri».
Qualcuno tra i presenti alla cerimonia ha fatto notare che il riconoscimento è giunto dal Comune di Asola e non ancora da quello di Canneto sull’Oglio, dove è avvenuto l’omicidio e dove tra l’altro Quatti è residente. L’onorificenza arriva evidentemente dalla cittadina del Chiese dove il comandante lavora e dirige il comando della polizia locale associata, dato che il Comune di Canneto era in quel periodo commissariato e solo da pochi giorni ha una nuova amministrazione comunale eletta dai cittadini.
Quatti ha quindi ringraziato per l’onorificenza ricevuta, ma ha ricordato che purtroppo è legata ad un cruento fatto di sangue che ha tolto la vita all’amica cannetese Paola Beretta, al cui ricordo e memoria ha voluto dedicare l’encomio: «Non mi sento un eroe, ma solo una persona che ha compiuto il proprio dovere. Quando ho raggiunto l’assassina, sembrava pronta a colpire a caso la prima persona che incontrava sulla sua strada. In quel momento ho agito d’impulso senza pensare alle eventuali conseguenze a cui andavo incontro affrontando disarmato una donna che aveva in mano due coltellacci. Solo dopo ho realizzato davvero l’accaduto». Il Comune ha segnalato l’onorificenza alla Regione e non si esclude che a Quatti venga assegnato un premio anche a Milano.