Si chiude un’epoca: mai più le giostre di Sant’Anselmo sul Te

MANTOVA – In queste ore si decide una tradizione quasi secolare: quella della sagra di Sant’Anselmo, la cui sorte parrebbe non avere soluzione. Il luna park negli spalti di parco Te non ci potrà più stare. In parte i cantieri già programmati per il sottopasso di Porta Cerese, della Palazzina liberty e della ex Bocciofila rendono impensabile potere dare corso all’edizione 2025 del luna park; in parte anche la riqualificazione dell’area con la realizzazione del nuovo parco Te; in parte ancora il disegno di non sacrificare il parcheggio scambiatore di piazzale Montelungo, ormai strategico nel ripensamento della viabilità cittadina; tutti questi fattori inducono via Roma a ritenere impossibile anche per il prossimo anno la localizzazione tradizionale della fiera. E non solo per il prossimo anno, come è facile capire.
Mercoledì in via Roma si confronterà il sindaco in persona, Mattia Palazzi, affiancato dall’assessore delegato al commercio Iacopo Rebecchi, e una delegazione di operatori delle attrazioni, fra cui Piero Verzelletti. Un confronto del quale sono in parte storicizzati i contenuti. Il Comune offrirà in alternativa al parco Te le aree del Boma. Gli operatori riterranno quegli spazi inadeguati e ridotti, peraltro troppo delocalizzati.
Ma una terza opzione al momento non è data. Quanto agli spazi, l’amministrazione rigetta l’obiezione degli operatori delle attrazioni. Il Boma infatti, senza andare a intaccare le aree di sosta, ritiene che possano essere ricavati i 22mila metri utili per potere insediare, tra la fine di gennaio e il 18 marzo – tempo canonico della sagra di Sant’Anselmo – tutte le giostre e le bancarelle che normalmente occupavano gli spazi del Te. Stima che invece non è condivisa dalla controparte.
Non solo. Gli operatori ritengono ormai punto di riferimento l’area del Te, e da tempo rivendicano uno spazio comunque compatibile nel comprensorio cittadino. Il Boma, quantunque già infrastrutturato, rimane in ogni caso marginale, poco idoneo alla fruizione delle famiglie con bimbi piccoli, e troppo delocalizzato anche per quella fascia di età di utenza che normalmente arrivava al Te a piedi o in bici o coi motorini.
A farla breve, l’area commerciale del Boma non offre garanzie di rientro dalle spese per gli operatori, né capacità di attrattiva. Per contro, la posizione di via Roma sembrerebbe ormai non suscettibile di ripensamento: per motivi contingenti (parliamo dei cantieri in essere) il Te non sarà agibile ancora per qualche anno. Per motivi strategici invece il luna park rappresenta un elemento della tradizione non sacrificabile, ma non riproponibile in città. Serve delocalizzarlo, insomma. Ma dove?