Teatro e scuole nelle priorità dei due candidati di Pegognaga

La campagna parte con il fair play: Renusi e Zilocchi si conoscono fin da piccoli

PEGOGNAGA Iniziata all’insegna del fair-play la campagna elettorale. D’altro canto i due giovani che si contendono la guida del paese, Fulvio Renusi, 34 anni, a capo della coalizione di centrosinistra “RiAttiviamo Pego”, e Matteo Zilocchi, 40 anni, “Civici Uniti per Pegognaga”, sono pressoché cresciuti insieme da ragazzi, condividendo giochi e sfide, essendo stati vicini di casa. La stima è quindi reciproca. E sicuramente, come annota Zilocchi in una lettera alla stampa, “condividiamo un obiettivo comune: il bene di Pegognaga”. È questa una rilevazione decisamente insolita nell’agone politico, che determina una svolta molto importante nell’approccio ai problemi del paese, determinando uno stile dialettico sicuramente più etico, che esclude la tensione. Già questo approccio dovrebbe stimolare l’elettorato a un maggiore interessamento dei rispettivi programmi e costituire forte motivo di riflessione per quegli elettori che hanno volutamente disertato la cabina elettorale.
Entrambi gli schieramenti si propongono di focalizzare il rinnovamento del paese, in direzione delle attese dei cittadini, ovvero più efficienza nei servizi erogati, più attenzione al rispetto dell’ambiente, creazione di maggiori opportunità occupazionali, ma anche maggiore severità nel richiamare i trasgressori del codice stradale, del codice etico. Entrambi i gruppi, inoltre, si propongono di far partire i lavori di ricostruzione degli edifici scolastici della primaria e del teatro, che attendono da ben sette anni. Coincidendo con una certa approssimazioni i programmi dei contendenti, su quali basi gli elettori si orienteranno nella scelta del voto? Con tutta probabilità tre saranno i criteri che faranno la differenza: competenze ed esperienze messe in campo da ciascuno; i dettagli nella realizzazione dei progetti e buon ultimo, per quanto per la passionale Pegognaga possa sembrare una contraddizione, una minore interferenza delle ideologie politiche. È infatti sempre più percepibile nelle attese della gente l’esigenza del fare.