Tenta il suicidio. L’amica dà l’allarme e i carabinieri salvano in extremis una 19enne

DOSOLO  Nei giorni scorsi, a Dosolo, una ragazza 19enne veniva trovata semi incosciente dalla madre, nella propria camera da letto, dopo aver assunto numerosi farmaci. La ragazza, in cura per una forma depressiva, voleva farla finita.

L’allarme era scattato poiché un’amica del cuore della 19enne aveva ricevuto dei messaggi alquanto strani, tanto da far presagire il compimento dell’insano gesto. Grazie alla perspicacia dell’amica, venivano avvisati i genitori che, giunti presso l’abitazione, trovavano la figlia incosciente. Subito la chiamata al 112 e l’invio di personale sanitario e di una pattuglia dei Carabinieri.

La centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Viadana, attivata per questa emergenza, faceva confluire sul posto un equipaggio del pronto intervento del Nucleo Operativo e Radiomobile.

La pattuglia, ricevuta la chiamata di soccorso, si precipita a Dosolo. Azionano i dispositivi supplementare di allarme: lampeggianti e sirene. Ogni secondo può essere utile per salvare una vita umana. L’equipaggio del Nucleo Radiomobile sfreccia nelle strade trafficate. Le sirene rimbombano nelle stradine, l’adrenalina dei Carabinieri sale a mille. Arrivano nel luogo indicato e trovano una signora disperata in lacrime, che supplica il loro intervento. Racconta che sua figlia è incosciente, non risponde ai tentativi di chiamata.

I due Carabinieri, che hanno frequentato un corso di primo soccorso, capiscono la gravità della situazione: si precipitano al 1° piano dell’abitazione e verificano che la ragazza respira a fatica. Nonostante le sollecitazioni la giovane non risponde.

I due militari si guardano negli occhi: non c’è bisogno di parlare, sono affiatati lavorando assieme ed uno sguardo vale più di una parola. Il loro compito primario è salvare la ragazza.

I militari decidono di spostare la ragazza dal letto, posizionandola sul pavimento mettendola nella posizione laterale di sicurezza, al fine di evitare il soffocamento. Sollecitano il 118 riferendo all’operatore le condizioni critiche della giovane, e l’iniziativa intrapresa.

Dopo poco la ragazza vomita. La sua fortuna è che si trova nella posizione laterale di sicurezza, tale da consentirle la fuoriuscita dei liquidi e la regolare respirazione.

Giunge l’ambulanza che, dopo le prime cure, trasporta la giovane in codice giallo all’Ospedale Civile di Mantova.

I genitori della ragazza, con gli occhi colmi di lacrime, non riescono nemmeno a pronunciare una parola. Abbracciano i due giovani Carabinieri, come a volerli ringraziare per aver salvato la loro figlia.

I due militari ritornano a bordo della fiammante Giulia. Spengono i lampeggianti che erano rimasti accesi dalla fretta di scendere dai veicolo. Comunicano l’esito dell’intervento alla centrale operativa. Si danno la mano come segno di vittoria e riprendono il loro regolare servizio di pronto intervento.

Storia di ordinario servizio. Al rientro in caserma per il fine turno i due Carabinieri sono contenti, entusiasti di aver svolto con onore il loro servizio. Un ordinario servizio. Una vita salvata. Si danno appuntamento per il turno successivo, pronti a sfrecciare ancora, a bordo della gazzella. Pronti a nuove avventure. Pronti ad aiutare il cittadino in difficoltà, senza distinzione di razza, religione, colore della pelle, sesso. Questo è il Carabiniere. Questo è il lavoro silenzioso che il Carabiniere svolge dietro le quinte. Questa è la sua mission.