Ucciso da due colleghi, ditta sotto accusa

MANTOVA – Nulla di fatto ma con una novità importante nel processo a carico dei fratelli Paranjit Charanjit Singh, accusati dell’omicidio del loro connazionale Ranjeet Bains. I familiari di quest’ultimo (la vedova, i due figli, i genitori e il fratello della vittima) infatti puntano il dito anche contro l’azienda per la quale il loro congiunto lavorava, avanzando l’intenzione di chiedere un risarcimento di due milioni e 300mila euro, e anche la Cgil è intenzionata a costituirsi parte civile. La vicenda per la quale ieri mattina era stata fissata l’udienza preliminare davanti al gup di Reggio Emilia Dario De Luca, è quella accaduta lo scorso 7 febbraio all’interno della Quattro B di Codisotto di Luzzara, quando secondo la pubblica accusa i due fratelli indiani, entrambi residenti a Suzzara, aggredirono il loro connazionale che abitava a Motteggiana, morto in seguito alle lesioni riportate in quel frangente. Inizialmente sembrava essersi trattato di un banale alterco fra operai, tra l’altro apparentemente senza gravi conseguenze: Ranjeet Bains era vigile e cosciente quando era stato soccorso, ma poco dopo la situazione era precipitata e l’indiano, 38 anni, era deceduto. In seguito all’autopsia era emerso che i due fratelli lo avevano colpito al capo con un badile, causandone la morte. Dalle indagini era poi emerso il movente della lite: i due fratelli avrebbero aggredito Bains perché volevano che si licenziasse per lasciare il suo posto a un altro loro parente. Per questo motivo ieri l’avvocato Massimo Intagliata, che assiste i famigliari della vittima, ha annunciato battaglia anche in sede civile contro gli imputati e il titolare della ditta reggiana, quest’ultimo ritenuto «responsabile di condotte omissive. Non è mai intervenuto verso quei dipendenti che vessavano i lavoratori che agivano nell’interesse degli altri colleghi. In particolare – aggiunge – Bains era stato bersagliato per la sua attività sindacale». E su quest’ultimo fronte è intervenuta la Cgil, cui la vittima è stata iscritta per 15 anni. «Vogliamo costituirci parte civile – ha annunciato sempre ieri l’avvocato Federica Riccò, che rappresenta il sindacato. «Vogliamo sapere quanto peso hanno avuto le dinamiche aziendali in questa vicenda». Una prima risposta potrebbe arrivare il prossimo 28 marzo.