Un maxi deposito di rottami di auto? Cittadini e Comune dicono no

HINTERLAND – La voce sta circolando da qualche tempo e sebbene la ditta veneta interessata a realizzare un maxi deposito di “car fluff” (frazione leggera che deriva dalla frantumazione delle autovetture, che costituisce una quota significativa del peso delle auto – fino al 20%) nelle campagne di Sorgà – appena al di là del confine col Mantovano – non abbia ancora avanzato richieste scritte né al Comune né alla Regione, un gruppo di cittadini ha deciso di giocare d’anticipo organizzando una pubblica assemblea per chiedere al sindaco Christian Nuvolari di impegnarsi con una dichiarazione congiunta di contrarietà all’eventuale progetto.
L’intenzione è di coinvolgere anche i limitrofi territori di Castel d’Ario, Castelbelforte ed Erbè per raccogliere almeno 2000 firme. Dal canto suo il primo cittadino non ha nascosto di avere avuto un colloquio informale in municipio, lo scorso ottobre, con uno dei dirigenti della ditta, al quale ha però ribadito la decisone di rifiutare in modo compatto la proposta di ospitare un sito di questo genere, rinunciando così alla possibilità per il Comune di ottenere un introito annuale di 250mila euro. «Riguardo a quell’incontro – specifica Nuvolari – avevo subito avvisato il consiglio e anche le minoranze. Ad oggi posso confermare che non ci è pervenuta alcuna richiesta ufficiale e che l’area, di proprietà privata non è stata venduta. Tuttavia sappiamo che la ditta ha fatto fare i vari controlli dal punto di vista morfologico e delle falde». L’area individuata per l’eventuale deposito di car fluff, ovvero quelle parti di auto in materiale plastico, la gomma, le schiume, il vetro, e pure le vernici e i tessuti di rivestimento, si trova in località Pontepossero. Rifiuti, ed è questo l’aspetto che preoccupata di più, non riciclabili. «Il Comune – assicura il sindaco Nuvolari – farà tutto il possibile per evitare che tale progetto si realizzi. Va infatti ricordato che l’area di 300mila quadrati scelta dalla ditta è particolarmente vulnerabile sotto l’aspetto idrogeologico (è attraversata dal fiume Tione, ndr).
Non secondario, inoltre, il fatto che i campi sono coltivati a riso Igp e che le infrastrutture sono insufficienti a supportare il via vai di mezzi e l’inquinamento che inevitabilmente si formerebbe».

Matteo Vincenzi