“Andrà tutto bene”. È diventata la frase simbolo della speranza dall’inizio della pandemia da Covid-19. Come è nata? La sua origine è ancora avvolta da un “romantico” mistero. Di certo è apparsa per la prima volta in Lombardia, la prima regione italiana (ufficialmente) colpita dal Coronavirus. Ai primi di marzo, in diversi comuni della regione, sono infatti stati ritrovati dei post-it attaccati ad alcuni portoni, citofoni e cancelli con su riportata la scritta “Tutto andrà bene”, accompagnata da un punto esclamativo e un cuoricino. A tutt’oggi rimangono ancora anonimi gli autori dell’iniziativa.
Ebbene, noi un’idea ce la siamo fatta. Un’idea “romantica”, naturalmente, e che rimanda a quei banchi di scuola tornati così di attualità in questi giorni. E se fosse stato Enrico ad affiggere tutti quei post-it? Enrico chi? Enrico Bottini, il protagonista del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis (1846-1908), pubblicato per la prima volta a Torino, dalla casa editrice Treves, il 18 ottobre di cento trentaquattro anni fa.
Strutturato in forma di diario, il volume è un’opera educativa non solo per i giovani ma anche per gli adulti. Un testo risorgimentale che ispirava e ispira sensibilità sociale, amor di patria, rispetto per le autorità e per il prossimo, spirito di sacrificio. Sono gli ideali condensati nella figura del protagonista, Enrico, personaggio che oggi al tempo della seconda ondata – o della prima mai terminata – sembra tornare in auge. Certo, tra l’anno scolastico del libro “Cuore”, 1881-82, e quello appena iniziato c’è stato un radicale cambiamento di costumi, schemi mentali, valori e fonti pedagogiche.
Qualcosa in comune, però, è sicuramente rimasto: i diversi tipi umani. Basta rileggere il testo di De Amicis, che alla sua prima uscita è stato ristampato in 40 edizioni e tradotto in 25 lingue, e provare a immaginare come avrebbero reagito i singoli protagonisti alla pandemia. L’allievo Garoffi si sarebbe messo a smerciare mascherine contraffatte pur di far soldi. Garrone, invece, lo immaginiamo a portare la spesa alle persone più anziane, a coloro costretti in casa per un isolamento fiduciario oppure volontario su un’ambulanza bardato in stile palombaro degli anni Duemila (protezioni sanitarie permettendo, ovviamente). Poi c’è Franti, il ribelle contro-a-tutti-i-costi, che oggi urlerebbe: “io la mascherina non la metto!”. Infine, Stardi, il più sfigato di tutti, che continua a sgobbare sui libri come se non ci fosse un domani. Anzi, un domani per adesso c’è ma con la nuova Didattica a Distanza. E allora i benestanti Derossi, Nobis e Votini e Derossi non avrebbero problemi a connettersi, disponendo di un proprio computer e di un segnale Wi-Fi perfetto, mentre Crossi, il figlio dell’erbivendola, o il piccolo Muratorino potrebbero non riuscire a collegarsi su Microsoft Teams per seguire le lezioni del maestro Perboni e della maestrina dalla Penna Rossa.
Poi c’è lui, Enrico Bottini, il diligente studente autore del diario che annota i fatti salienti di ogni giornata, descrivendo quello che accade ai compagni di una terza elementare di una suola di Torino, i racconti mensili del maestro e l’insegnamento morale dei genitori. Lui si sarebbe sicuramente rinchiuso in un rispettoso lockdown, contattando periodicamente i compagni tramite Skype, e ne sarebbe uscito solo in un’occasione: per affiggere i famosi post-it, appunto.
Il vincitore? Si spera Stardi, colui che prima o poi (auguriamoci prima) brevetterà il vaccino e salverà il mondo.
Una rilettura “romantica”, lo avevamo anticipato, di un testo di un autore che prima di allora era apprezzato per racconti, inchieste giornalistiche e resoconti di viaggi. “Cuore”, invece, a tutt’oggi è ancora considerato uno dei migliori esempi di letteratura per ragazzi. Il libro ha ispirato due film (il primo nel 1948 con Vittorio De Sica, il secondo diretto da Romano Scavolini nel 1973), due sceneggiati televisivi (il primo di Luigi Comencini nel 1984, il secondo di Maurizio Zoccaro con Giulio Scarpati, Anna Valle e Leo Gullotta nel 2001) e due cartoni animati della Nippon Animation.
Tiziana Pikler