Detection Dog: i cani a fianco dell’uomo nella lotta al traffico di droga

Dal 1987 la data del 26 giugno è dedicata alla lotta mondiale contro l’abuso ed il traffico illecito di droga. Da diversi anni, ad aiutarci a sconfiggere il narcotraffico ci sono i nostri fidati amici a quattro zampe che, grazie al loro portentoso fiuto, riescono a distinguere specifici odori e a segnalarli prontamente alle forze dell’ordine. Se ti stai chiedendo come è possibile…lo vediamo per gradi.

Per prima cosa: cos’è un cane antidroga? Parliamo ovviamente di cani addestrati ad hoc. La loro specializzazione è quella di individuare in maniera rapida ed efficace la presenza di tracce olfattive specifiche, come possono essere quelle rilasciate dalle sostanze stupefacenti. In questo modo possono individuare la loro localizzazione all’interno di un’area circoscritta sia al chiuso che all’aperto (es. aeroporto, scuola, stazione, ecc.) e sono in grado di riconoscere e segnalare passivamente la presenza di narcotici anche addosso alle persone.

La segnalazione di tipo passivo non prevede abbai, ma si manifesta attraverso una posizione particolare (es. seduto o a terra) che il cane assume in modo che il suo conduttore possa intuire il rilevamento effettuato senza interagire con l’oggetto o la persona. Gli amici a quattro zampe che fanno questo speciale lavoro al nostro fianco vengono definiti “cani molecolari” per la loro abilità nel riconoscere proprio particolari molecole odorose.

Oltre alle sostanze stupefacenti sono perfettamente in grado, previo allenamento, di isolare il sentore non solo degli stupefacenti ma anche degli esplosivi. Negli anni della pandemia, una ristretta unità cinofila è stata addestrata al riconoscimento delle molecole di Covid al fine di evitare la propagazione del virus. A livello internazionale vengono definiti “Detection dogs”.

Come si prepara un cane per questo lavoro? In primo luogo devi sapere che l’addestramento vero e proprio dei cani destinati alle forze dell’ordine inizia tra i 12 ed i 30 mesi d’età, prima dei quali, per ricoprire il loro ruolo, i candidati devono superare una serie di test, in primis relativamente alla loro salute psico-fisica, e poi caratteriale. Gli istruttori cinofili preposti si occupano poi di affidare il cucciolone neo-arruolato ad un conduttore affine con il quale seguirà un rigido percorso di educazione di base, volto a preparare il cane all’esecuzione di alcuni comandi fondamentali (ad esempio il seduto, resta, cerca, ecc…), ed una buona socializzazione sia tra conspecifici che eterospecifici (prevalentemente persone) dovendo destreggiarsi prevalentemente in contesti urbani. A questo punto si procede con la preparazione alla discriminazione olfattiva, ovvero alla valorizzazione del loro senso più sviluppato e che naturalmente utilizza quotidianamente per scoprire e conoscere il mondo. Mediante l’addestramento, che viene svolto più come un gioco, si mira a sviluppare le sue capacità innate per canalizzarle in attività ludicosportive (come ad esempio il mantrailing) o di utilità (come appunto la ricerca di droga o esplosivi). Come abbiamo appena accennato, anche se stiamo parlando di cani che svolgono un vero e proprio lavoro, la loro formazione consiste in un percorso molto preciso e puntiglioso ma non è severa come si può pensare: il nostro beniamino peloso impara infatti ad associare il ritrovamento dei narcotici e la relativa segnalazione… al gioco! Attraverso l’esercizio costante e graduale e grazie al il rinforzo positivo impara a riproporre questo comportamento per ottenere il suo premio. Generalmente nelle sessioni di allenamento non vengono utilizzati gli stupefacenti puri ma vengono sostituiti con soluzioni chimiche apposite che riproducono il perfetto odorato della molecola interessata.

I preziosi consigli del Centro Cinofilo “Corte Tosoni” di San Giorgio Bigarello su la Voce di Mantova di oggi lunedì 26 giugno.