Trasporto pubblico scolastico nel caos, senza accordo servizio a rischio

MANTOVA – Con l’imminente ripartenza dell’anno scolastico, uno dei nodi principali da sciogliere resta quello del trasporto pubblico. Nemmeno il vertice di ieri tra governo centrale e presidenti di regione ha riportato chiarezza. Il governo, con gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico che non sembrano voler arretrare dalla posizione del metro di distanza da rispettare sui mezzi, si è preso qualche altro giorno per decidere, mentre la richiesta delle Regioni è quella di una maggiore flessibilità e di un ampiamento della capienza. In particolare, un’ordinanza della Lombardia prevede la capienza al 100% dei posti a sedere e al 50% di quelli in piedi. «Troppa confusione – commenta Enzo Garaboldi, segretario di Filt Cgil Mantova – e non è possibile che si sia ancora in questa situazione a meno di 20 giorni dalla ripartenza delle scuole. Da aprile stiamo sollecitando incontri per arrivare ad una soluzione ma siamo ancora a questo punto con un’ordinanza regionale che dice una cosa e il governo che ne dice un’altra. Nel frattempo le aziende di trasporto pubblico si devono organizzare e una discriminante fondamentale in tal senso è conoscere le capienze dei mezzi». Il problema più grosso ci sarà per le scuole superiori: «Le aziende che si occupano del trasporto pubblico – sottolinea Garaboldi – devono capire quanti alunni andranno a scuola e conoscere gli orari, altrimenti come fanno ad organizzarsi con mezzi e personale? Se prevale l’ordinanza regionale per le aziende non cambia molto rispetto all’anno scorso, altrimenti è immaginabile che tutto il sistema andrà in grossa difficoltà poiché in questa situazione d’incertezza è probabile che in molti optino per arrangiarsi, facendo venire meno parecchi abbonamenti. Dal punto di vista organizzativo Apam, ad esempio a settembre dovrà uscire con i turni e se non ci saranno indicazioni diverse immagino uscirà con turni simili a quelli dello scorso anno. Eppure ci sarebbe stato il tempo per organizzarsi. Si poteva pensare anche all’utilizzo integrato di treni, per le zone servite, e bus più leggeri a fare da navetta. E in tal senso sarebbe servita una regia regionale, che è mancata».