Basket A2 play off – Finelli: “Pompea, partita mediocre. Ora pensiamo a gara-4”

Veideman in gara-3
Veideman

Mantova La delusione di gara-3 va sbollita in fretta perché domani (ore 18) si torna in campo per gara-4 e la Pompea deve vincere per restare nella serie. «Complimenti a Bergamo che ha giocato una partita molto solida – commenta il tecnico Alessandro Finelli – Noi abbiamo disputato una partita mediocre perché abbiamo giocato sopra ritmo e con troppa frenesia, per il desiderio di fare bene, ma ne abbiamo pagato le conseguenze in attacco. Bergamo ci ha messo in difficoltà con i cambi difensivi e tanta aggressività nell’uno contro uno. Aggiungiamo le 20 palle perse e i 21 tiri sbagliati da sotto. Questi sono i play off e gara-3 è stata caratterizzata dalla voglia di rivalsa di Bergamo che ha avuto la meglio rispetto alla nostra eccessiva voglia di fare bene, tramutatasi in tensione. Dovremo migliorare in attacco. Ci aspetta una gara-4 ancora diversa. Dobbiamo lavorare per vincerla e tornare a Bergamo per gara-5. Dovremo cancellare tutto a livello emotivo e rimetterci in campo con aggressività e concentrazione per tornare in corsa e pensare che abbiamo ancora due partite da affrontare». Mario Ghersetti, il guerriero, non trova alibi: «Bergamo è forte e lo sapevamo, ma nei play off se non sei pronto dal primo all’ultimo minuto può succedere di perdere in casa. Abbiamo fatto tanti errori e Bergamo ci ha subito punito. Ho pensato di poter recuperare come è successo in gara-2 ma non l’abbiamo fatto di squadra. Non siamo rimasti uniti contro un avversario arrivato a Mantova arrabbiato. Per vincere abbiamo bisogno di giocare anche in 10». Giovanni Poggi sottolinea l’approccio a gara-3: «Mi sono sembrati più aggressivi mentre noi eravamo molto tesi. Tante palle perse e non si poteva vincere giocando in questo modo. Ma pensiamo a gara-4 cambiando approccio. Ci serve una Grana Padano Arena ancora più calda. Abbiamo subito la loro aggressività forse pensando ancora a gara-2. Partita sviluppata male e non facile da riprendere».
Sergio Martini