Calcio 2a Categoria – Esposito fa sognare la Rapid United: “Che gioia il gol alla Leoncelli, adesso ci dobbiamo credere”

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Rivarolo L’eroe della domenica in casa Rapid United si chiama Mario Esposito, classe 1998, che ha segnato in extremis il gol vittoria che ha deciso lo scontro diretto con la Leoncelli, infliggendo il primo ko stagionale ai cremonesi e riaprendo, di fatto, la lotta per il primo posto nel girone K di Seconda Categoria. «Gardinazzi, giunto al limite dell’area, ha messo in mezzo un pallone, che dopo un rimpallo è rimasto lì – racconta Esposito, descrivendo l’azione del gol segnato a un minuto dalla fine – mi sono fiondato sulla sfera e ho cercato di angolarla il più possibile: la deviazione di un difensore ha spiazzato il portiere e la palla è entrata».
Una rete tutto sommato fortunosa, ma Esposito era in credito con la sorte: «Il gol partita rocambolesco compensa la sfortuna di un’occasione precedente: avevo saltato anche il portiere, ma sul tiro a porta vuota un difensore l’aveva respinta sulla linea». Secondo gol in due partite per Esposito: «Due soddisfazioni che ci volevano, sono tornato al calcio da tre stagioni proprio con Santa Maria Gussola e Rapid, dopo essere stato fermo per circa otto anni a causa di un problema alla schiena. Praticamente ho saltato buona parte delle giovanili, e sono ripartito da zero a 20 anni. Diciamo che sto reimparando piano piano meccanismi e astuzie tattiche».
L’apprendistato sta andando piuttosto bene, anche con “maestri” d’eccezione in campo. «Non ci aspettavamo di essere in lizza per il primato, cammin facendo abbiamo preso consapevolezza delle nostre possibilità – prosegue Mario – del resto con giocatori come Buoli, Vernizzi e Orlandi, ma potrei citare anche i due Lampo, possiamo dire la nostra fino alla fine. Abbiamo un’ottima classifica e ora l’obiettivo principale è mantenere il margine attuale sulla terza in graduatoria, per guadagnarci quantomeno un possibile ripescaggio». E il primo posto? «Siamo lì, chissà… – conclude Esposito – ma dobbiamo continuare così, giocando ogni partita come se fosse una finale».