Calcio D – Capitan Altinier: “Mantova ha fame di calcio vero”

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MANTOVA A decidere la gara d’andata fu il gol nel finale di  Cristian Altinier. Martelli in visibilio e primato. «Era la prima partita che giocavo in campionato, si sentiva già un’aria da big match e anche in quell’occasione ci giocavamo il primo posto. E’ stato bello averla vinta. Domenica è una sfida importante, ma non decisiva e va preparata come tale». Poi un cammino esaltante: «Forse si poteva fare un pareggio in meno, magari con il Darfo e in casa con la Virtus Bergamo. Pensarlo vorrebbe dire cercare il pelo nell’uovo». Domenica sfida tra bomber: Gentile-Altinier: «Non vedo una sfida nella sfida. Sarà una partita difficile, che andrà giocata con attenzione, specialmente nei duelli individuali. Dobbiamo essere sereni» Quello dell’andata era un Mantova già forte, ma qualcosa è cambiato: «Gli automatismi sicuramente sono più rodati. In più sono arrivati nuovi giocatori che hanno contribuito alla crescita della squadra». Con il Como c’è ancora una sorta di rivalsa. Per i nati negli anni 80, la sfida del ‘93-‘94, rappresenta il primo ricordo nitido a tinte biancorosse: «E’ stato così anche per me. Purtroppo quella doppia sfida non andò bene. Una stagione che però è rimasta nell’immaginario collettivo, fino alla successiva scalata. Come in quell’anno, ci giochiamo un obiettivo importante. Era un organico forte. Pregnolato, Boschin, Martini. Che squadra! In quella stagione, mio cugino giocava nel Mantova e mi portava a fare il raccattapalle». Domenica sarà esodo di tifosi: «Questo attaccamento mi sorprende, ma fino a un certo punto. La città è affamata di calcio ed è legata alla storia del Mantova. Uno dei primi obiettivi era quello di riportare entusiasmo. Ci siamo riusciti non solo con le vittorie, ma anche con comportamenti positivi». La fascia da capitano personalizzata con le date di nascita e i nomi delle figlie: «E’ un regalo di Matteo Siliprandi del Check Point. Non avevo mai pensato di fare qualcosa di simile. Mi ha commosso. Mi ha fatto capire che sono diventato grande. Ho lasciato Mantova che ero ragazzino e sono tornato da uomo. Essere il capitano della squadra della mia città è un onore».