Calcio – Mantova, legittime ambizioni ma senza cadere nell’illusione

Ettore Masiello
Ettore Masiello

MANTOVA Un paio d’anni per arrivare in Serie B. L’ha detto il presidente del Mantova  Ettore Masiello nel corso della diretta social di lunedì sera con  Stefano Rossi. Una frase forte, diciamo pure impegnativa. Forse troppo. Almeno nel panorama attuale, ancora troppo confuso per prevedere cosa accadrà in futuro. In realtà, pur fra mille distinguo, l’ambizioso traguardo non è così irraggiungibile.
Ieri Masiello ha preferito non tornare sull’argomento. Riproponiamo allora le parole pronunciate dal numero uno di viale Te lunedì sera: «Quattro anni di Serie D – ha detto – per Mantova sono tantissimi. Però vincere non è così facile. Ora affrontiamo un campionato di Serie C che sarà difficile. Noi siamo preparati. Il nostro obiettivo è mantenere la categoria. Però una Serie B nel giro di un paio d’anni può essere una categoria alla quale il Mantova può ambire. Per la piazza, per i tifosi, per lo stadio Martelli e le strutture che in tanti ci invidiano».
Queste parole, forse pronunciate sulle ali dell’entusiasmo, hanno suscitato scalpore. Creando aspettative che nessuno in viale Te – a partire dallo stesso Masiello – vuole in realtà alimentare. Il primo e unico obiettivo della prossima stagione, infatti, sarà la salvezza (e questo Masiello l’ha detto). Magari da ottenere senza eccessivi patemi. Il punto è che non si sa nemmeno a quale campionato parteciperà il Mantova: la Serie C nella sua attuale struttura professionistica o la C “semiprof” che si vorrebbe introdurre? E, in caso di C “semiprof”, quale sarà la categoria superiore alla quale accederanno le migliori in classifica: la cosiddetta C élite o la B? Nel primo caso, per approdare in B, il Mantova dovrebbe vincere due campionati (la C semiprof e la C élite); nel secondo caso, la C élite non ci sarebbe e, per approdare nella nuova B di 40 squadre, basterebbe piazzarsi nelle prime 6-7 posizioni. Un po’ come accadde nel campionato di Seconda Divisione 2013-14, che metteva in palio l’accesso alla C unica addirittura per le prime 9 classificate.
Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi. Anzi, è doveroso ricordare che nulla si sa sulle riforme. Nè se e quando andranno in porto; nè tantomeno sui regolamenti di promozioni e retrocessioni. Di sicuro, se davvero entrasse in vigore la B a 40 squadre, ci sarebbe bisogno di un buon numero di promozioni dalla C. E, come dicevamo, potrebbe essere sufficiente piazzarsi nelle prime 6-7 posizioni per staccare il biglietto. Tutto poi dipende da quando la riforma entrerà in vigore, se dalla prossima stagione o da quella successiva (2021-22).
Insomma, il percorso è ancora troppo tortuoso e ricco di ostacoli per lanciarsi in proclami. Detto ciò, le ambizioni sono legittime e, nel nostro caso, nemmeno del tutto campate in aria. L’importante è non caricarle troppo. Ma questo in viale Te, complici le delusioni del passato, dovrebbero averlo compreso.