Mantova Si contano sulle dita di una mano i precedenti del Mantova in quel di Palermo e in nessuna di queste partite i biancorossi sono riusciti a strappare la vittoria. Il bilancio è di cinque gare disputate, una vittoria per i rosanero e quattro pareggi di cui 3 a reti inviolate e, prima di tante curiosità, tutti in serie B. L’unico successo, quindi, risale alla nona giornata del campionato 1962/63 in serie A con i biancorossi di Nandor Hidegkuti sconfitti dal fanalino di coda Palermo, che, grazie alla rete di Volpi, conquistò il primo successo in campionato approfittando della stanchezza del Mantova sottoposto ad un vero tour de force: 4 partite in 10 giorni con trasferte a Barcellona per un’amichevole pro alluvionati davanti a 70mila persone, a Bergamo per un’infrasettimanale, gara interna col Napoli e poi il viaggio in Sicilia. Decisamente troppo considerate le scomodità di allora.
E a proposito di scomodità, come non ricordare la prima al “La Favorita” (da quando si chiama Barbera, 2002, il Mantova non ci ha mai giocato): correva il campionato di B 1960/61, poi concluso con la promozione in Serie A di entrambe le squadre, e il calendario di allora volle i biancorossi di Edmondo Fabbri debuttare in campionato prima a Messina e poi a Palermo. Ecco allora che il Mantova partì in treno per Milano la sera prima per salire sul volo per Roma, dove la comitiva biancorossa rimase una notte. Il mattino dopo altro aereo, stavolta per Catania e quindi treno per raggiungere Messina il sabato sera. Risultato? 3-0 per i siciliani. Finita la partita con il Messina, altro treno con direzione Palermo per la seconda gara di campionato. Con una settimana meno trafficata e con una serie di allenamenti sul campo di Bagheria, il Mantova riuscì a strappare il pareggio (0-0) davanti a 18mila spettatori. Ci fu spazio anche per un gol fantasma, quello assegnato e poi annullato dopo un consulto con l’assistente, dall’arbitro romano Sbardella, che vide in rete un tiro cross di Morosi stampatosi invece sulla traversa a Negri battuto. Polemiche a non finire, anche perché il cronometro del direttore di gara segnava il minuto 86.
L’anno successivo, nella massima serie, finì con un pareggio ma con un gol per parte: vantaggio biancorosso con Sormani e pareggio pochi istanti dopo con Fernardo. Guidati in panchina da Giancarlo Cadè per indisposizione di mister Fabbri, i virgiliani furono ricevuti dal cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo e originario di San Benedetto Po. Una visita che diventò un’abitudine per la trasferta palermitana tanto che anche nel 1965/66, sempre in Serie B, la comitiva virgiliana si fermò a porgere una saluto al porporato, che naturalmente si professò tifoso del… pareggio. Allora fu un altro 0-0 e altra promozione del Mantova con quello del “La Favorita” punto importante nella corsa alla massima serie. Gara priva di emozioni a differenza del primo travagliato volo del cronista Alberto Gazzoli.
L’ultimo precedente di campionato è ancora in cadetteria, senza reti e senza emozioni. In quell’aprile del 1971 l’unico brivido fu l’ingresso in campo di un gatto, che costrinse l’arbitro a fermare la partita fino a quando il calciatore del Palermo Perrucconi non catturò la bestiola e con tutt’altro che delicate maniere la scaraventò in curva. Fosse successo oggi, apriti cielo.
I precedenti in campionato sono questi di cui abbiamo parlato, ma a dire la verità va aggiunta anche la doppia gara di Coppa Italia di Serie C della stagione 1992/93, che di fatto è l’ultima partita del Mantova giocata a Palermo. I biancorossi allenati da Ugo Tomeazzi arrivarono allo scontro con i rosanero sull’onda di un campionato condotto in testa alla classifica, ma non stradominato come invece stava facendo il Palermo nell’altro girone. Eppure al “La Favorita” ci fu partita, tanto che il Mantova sfiorò il colpo prima di crollare nella ripresa. Finì 4-2 per i padroni di casa. Lo stadio era semivuoto, c’erano si e no 3000 spettatori distribuiti tra distinti e tribuna, e la nota di colore fu la presenza di 5 tifosi biancorossi partiti la notte prima in treno per presentarsi mercoledì pomeriggio allo stadio di Palermo a tifare la squadra virgiliana. Il presidente Paolo Grigolo, per ringraziare della presenza, pagò loro il viaggio di ritorno in aereo, ma solo fino a Napoli. I cinque, senza perdersi d’animo, tornarono comunque a casa in treno forti di un’esperienza unica da raccontare. Tornando alla partita, il Mantova passò in vantaggio con il difensore Primizio dopo 8 minuti sorprendendo i rosanero, che 5 minuti più tardi sarebbero finiti tramortiti se Borrello non avesse calciato addosso al portiere un rigore. Invece, tramortito finì il biancorosso Cozzella colpito al volto da una violenta gomitata dell’ex Biffi (mai stato uno stinco di santo), clamorosamente non vista dall’arbitro. Dai che volete sapere anche chi era l’arbitro: Farina di Novi Ligure. E non mettevi a ridere. Il Palermo nella ripresa dilagò segnando un poker a cui rispose Benfari allo scadere. Finì 4-2, troppo per poter recuperare nel match di ritorno vinto ancora dai rosanero per 1-0.