Calcio serie C – Il doppio ex Frutti gioca Mantova-Modena: “Quanti ricordi, io dico pari”

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MANTOVA Lunedì sera Sauro Frutti farà il suo ritorno al “Martelli”. Questa volta non nelle vesti di giocatore o allenatore, ma come commentatore tecnico per una tv modenese che seguirà il big match tra Mantova e Modena. Un derby sempre molto atteso. Anche dallo stesso Frutti, bandiera gloriosa di entrambe le squadre. Sauro ha giocato nel Mantova dal ’77 all’81, segnando 52 gol: è tra i migliori attaccanti della storia biancorossa. La maglia del Modena, invece, l’ha indossata dall’85 all’88, con 40 reti.
Sauro, sei uno dei protagonisti in assoluto della storia di questi due grandi club…
«Sono due squadre a cui sono molto affezionato. Mi legano ricordi bellissimi, come calciatore e come allenatore, a Mantova».
Ma visto che a Mantova ci vivi, possiamo dire che il cuore oggi è più biancorosso?
«Non vorrei offendere quelli di Modena (ride  ndr), ma sicuramente qui a Mantova il legame è molto più forte. Oltre ad aver giocato, qui ho anche allenato».
Quattro stagioni con la maglia biancorossa: quale ricordi più volentieri?
«Anche se non è stata positiva, l’ultima in C, quando purtroppo vinse il campionato la Reggiana. Si era creato un clima bellissimo. C’è stato un momento in cui credevamo nel salto di categoria».
E tra gli allenatori?
«A Mantova ho avuto Tomeazzi, per me un maestro di calcio e un signore, alla Eriksson. Non urlava mai. Ho un piacevole ricordo di Bianchi. L’allenatore più strampalato Mialich, ma con lui ci si divertiva tanto».
Sei stato per anni il miglior marcatore della storia del Mantova e hai segnato una rete anche al Modena, su rigore, nella stagione ’80-’81…
«Mi riempie d’orgoglio, ma ancor di più aver lasciato dei bei ricordi ai mantovani. Ogni tanto mi fermano ancora ed è sempre bello ricordare il calcio di quegli anni».
Pochi rimpianti da giocatore, molti di più quelli da allenatore?
«Sicuramente sì. Io ho sempre desiderato allenare il Mantova e speravo di essere trattato meglio. A me non interessava l’aspetto economico. Volevo solo allenare e basta».
Venendo all’attualità, che idea ti sei fatto del nuovo corso targato Setti?
«Dopo anni difficili, era fondamentale ritrovare serenità e stabilità societaria. Ora c’è una programmazione, però dopo questo primo anno di “transizione” in C, deve esserci il salto. Le basi ci sono».
Lunedì sera sarai allo stadio a vedere il derby: un privilegiato…
«E’ proprio così. Speriamo di rivedere presto gli stadi pieni. Questo non è calcio».
Pronostico?
«Dico pari, e mi auguro di vedere del bel calcio».