Calcio Serie C – Mantova, 5-0 alla Primavera. Galderisi: “Dobbiamo essere più squadra”

MANTOVA Poco più di mezz’ora per tempo, due undici diversi e presumibilmente mischiati, cinque gol. Questi i numeri del primo Mantova di mister Galderisi. Trattasi in realtà di semplice prova generale: un test con la Primavera in vista del vero esordio di dopodomani a Vercelli.
La galoppata in famiglia svoltasi ieri a Mantovanello non ha fornito grossi spunti. Semmai è emersa ancora la scarsa lucidità sottoporta: cinque palloni sono entrati, ma altrettanti sono finiti sciaguratamente fuori, da posizione più che favorevole. Anche la Primavera, che ha fatto perlopiù da sparring partner, ha sciupato nel finale una ghiotta occasione per il gol della bandiera.
Nel primo tempo Galderisi ha sistemato il Mantova con un 4-2-3-1: Marone tra i pali; Bianchi, Checchi, Milillo e Darrel in difesa; Messori e Gerbaudo in mediana; Piovanello, Zappa e Bertini dietro all’unica punta Paudice. La frazione si chiude sul 2-0, grazie a una doppietta di Paudice (diagonale dopo nemmeno un minuto e tap-in al 19’ dopo traversa di Piovanello su punizione). Nuovo Mantova nel secondo tempo con Tosi in porta; Pinton, Esposito, Panizzi e Vaccaro in retroguardia; Bucolo e Rihai a centrocampo; Silvestro, Guccione e Fontana dietro a De Cenco. Sul tabellino dei marcatori finiscono ancora gli attaccanti: due volte De Cenco (al 3’ e al 6’, in entrambi i casi a due passi dalla porta) e una Guccione (al 10’ su assist di Silvestro). All’amichevole non hanno preso parte Pilati, Zibert e Militari, tutti in dubbio per la trasferta di Vercelli.
A fine gara Galderisi usa bastone e carota: «In questi due giorni ho visto grande voglia da parte dei ragazzi. Davvero nulla da dire sul piano dell’impegno e della disponibilità. Ho trovato un gruppo ricettivo ed anche arrabbiato per la posizione in classifica. Da un punto di vista tecnico, invece, dobbiamo imparare a giocare più da squadra. Ho notato che spesso si ricorre alla giocata individuale, e questo non va bene: è la squadra che deve esaltare l’individuo, non viceversa».