Calcio Serie C – Mantova, senti il nuovo socio Piccoli: ”Dare stabilità finanziaria. Ma con uno stadio così non si va da nessuna parte”

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Mantova «E’ l’acquisto più importante dell’estate». Così il presidente Ettore Masiello ha presentato il nuovo socio Filippo Piccoli, che ieri, dopo il via libera arrivato dall’assemblea dei soci di viale Te, ha parlato ai giornalisti. Piccoli rileva il 50% della maggioranza di Maurizio Setti. Starball (che fa capo a Setti) ed FP73 (Holding della famiglia Piccoli) ora hanno la quota paritetica sulla proprietà del Mantova. Piccoli è l’uomo che dovrà far crescere il club dal punto di vista economico. A ottobre il patron di Sinergy entrerà a far parte anche del cda, dopo l’approvazione del bilancio. E anche questo sarà un atto formale.
Inizia dunque una nuova era, con il duo Setti-Piccoli al comando. A Setti la gestione della parte tecnica. «Tra me e Setti c’è un patto – spiega Piccoli – . Siamo uomini per bene. La conduzione deve essere gestita nel migliore dei modi. Giusta la suddivisione dei compiti. Lui sulla parte tecnica ha una grande esperienza, io mi occuperò di riorganizzare il club». Per il Mantova è l’inizio di un nuovo corso, che i tifosi si augurano possa portare il club virgiliano a scalare in fretta la Serie C per riassaporare il grande calcio: «Non serviva Piccoli – spiega l’imprenditore veronese – per capire che questa piazza debba ambire a qualcosa di migliore rispetto alla salvezza in Lega Pro. Sono consapevole del fatto che si debbano alzare le ambizioni, ma le alziamo se cominciamo a strutturare un club dalle fondamenta. Mantova ha bisogno di ripartire, partendo in primis dall’equilibrio finanziario, che oggi non c’è. Bisogna fare in fretta». Il legame con Setti decisivo sulla scelta fatta la scorsa primavera: «Sono sempre stato un appassionato di calcio, il mio percorso professionale mi ha portato a creare un legame con Setti negli ultimi anni. Ho approcciato altre situazioni oltre al Mantova e per motivi progettuali ho scelto questa piazza».
Insomma, ancora una volta la mano tesa arriva da Verona. Non è la prima volta nella storia del Mantova e uno degli ultimi cicli vincenti nacque proprio con la gestione Castagnaro, anche lui scaligero, arrivato tra il silenzio generale dell’imprenditoria mantovana. «Parlare di campanilismo – commenta Masiello – è anacronistico». «Se può consolare – prosegue Piccoli – il mio sangue è metà mantovano. Mio padre è nato a Castel d’Ario. Questi discorsi vanno messi da parte, io penso solo al bene del Mantova. Se la causa è quella di portare il Mantova dove gli compete, per me qui può venire tutta Verona». Piccoli è al lavoro da mesi a caccia di nuovi sponsor: «Trovo più terreno fertile fuori Mantova. Chiudiamo con il passato e diamo fiducia a un percorso nuovo». Ecco quindi che una sorta di scommessa potrebbe essere quella di rendere il Mantova più attraente anche alle imprese locali: «Le esigenze di uno sponsor sono due: la visibilità e fare nuovi clienti. Il mio obiettivo è quella di creare una community per far sì che tutti abbiano un ritorno». Tutto questo in attesa di capire se Setti rimarrà ancora a lungo nel Mantova. Il termine sulla comproprietà è stato posticipato al 2028 e Setti più volte ha detto che Piccoli sarebbe anche in grado di gestire autonomamente il Mantova: «L’idea non mi spaventa, ma se per la parte sportiva avessi una spalla come quella di Setti, sarebbe un vantaggio per tutti». Nota dolente, lo stadio: «E’ chiaro che bisogna parlarne. Se vogliamo ambire a qualcosa di migliore, bisogna che qualcuno per lo stadio prenda una decisione. Così non si va da nessuna parte. Bisogna guardarsi in faccia. Non so neanche quanto convenga mettere mano su uno stadio messo in quelle condizioni. C’è una situazione al limite del sostenibile».

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