MANTOVA Il direttore sportivo del Mantova, Emanuele Righi, prosegue la quarantena nella sua Bologna, in attesa che diano il via libera per tornare ad una parziale normalità. Sì, parziale, perchè il 4 maggio il calcio potrebbe ripartire, ma la sensazione è che per le categorie minori ci vorrà ancora parecchio tempo.
Siamo agli sgoccioli, pare, della quarantena, ma sul mondo del calcio ci sono ancora tante nubi…
«E’ una situazione difficile da definire – afferma il diesse – non ho le competenze per capire se sia giusto o sbagliato tornare in campo. Ci dobbiamo attenere a quanto sarà deciso. Abbiamo una grande voglia di tornare alla normalità. Da uomo di sport, dico che sarebbe bello tornare al calcio giocato e fare il mio lavoro».
Il ministro Spadafora dice che stanno preparando un protocollo ad hoc anche per il calcio dilettantistico. Sarà realmente fattibile?
«Sinceramente è una questione che non mi appassiona. So solo che sono chiuso in casa con i miei 4 figli. Mi auguro che al governo prendano decisioni che vadano nella giusta direzione. La vicenda Ballardini mi ha toccato profondamente e mi ha fatto cambiare la percezione di questa situazione. Sento tanti discorsi che si contraddicono di giorno in giorno. Bisogna solo attendere».
Una lunga attesa che potrebbe portare allo stop definitivo dei campionati e quindi ai verdetti?
«Sulla questione verdetti non ho dubbi, nemmeno mi pongo più il problema: se non si torna in campo, il Mantova il prossimo anno farà la Lega Pro. Si è giocato più del 70% del campionato, il primo posto non può essere in discussione. Se c’è una società in Italia che merita la serie C, è proprio il Mantova. Abbiamo fatto anche meglio del Palermo».
La squadra come sta vivendo questo momento?
«I giocatori non stanno bene e la cosa non mi piace affatto, perchè non lo meritano. Ci sto male. Durante l’anno si creano dei rapporti che vanno al di là del campo. I ragazzi sono tristi. C’è una situazione di grande sofferenza e ansia. Sono giocatori che ho scelto uno a uno, ci meritiamo un finale decisamente diverso. E se sarà serie C, nessuno si dovrà permettere di dire che è immeritata».
Il Coronavirus potrebbe aver messo il freno a mano ad una società che da due anni si è rilanciata?
«Non so se rimarrò il prossimo anno, ma tutto quello che si potrà fare per il bene del Mantova, verrà fatto. La società ha dimostrato di saper prendere delle decisioni azzeccate. Il tifoso del Mantova può stare molto sereno».
Tommaso Bellini