Calcio Terza Cat. – Ostiglia, Testi ha battuto il Covid: “Esperienza traumatica, ma ora posso sorridere”

Testi, portiere dell'Ostiglia

OSTIGLIA Il calvario del portiere 29enne dell’Ostiglia  Alessandro Testi potrebbe finire tra oggi e domani, quando eseguirà l’esame del tampone presso l’ospedale di Pieve di Coriano. Un mese difficile per il giocatore ex Altopolesine e Villimpenta, colpito severamente dal coronavirus, ma che ora sta bene ed è pronto a tornare alla vita di tutti i giorni, previa autorizzazione dei medici.
«Ho contratto il virus in famiglia: prima mia mamma – spiega -, poi mio padre, alla fine mi sono ammalato io. Un calvario iniziato lo scorso 9 aprile. Fortunatamente la febbre non è mai andata sopra i 38 gradi, ma non è stata certamente una passeggiata».
 Il Covid dunque è una malattia infida che colpisce duro anche soggetti molto giovani e fisicamente prestanti.
«Mi sento di dire che si tratta di una delle peggiori esperienze della mia vita, non augurerei a nessuno di passare quello che ho passato io, pur essendo ben consapevole che questo morbo può avere conseguenze anche mortali. Ti prende da un momento all’altro e ti abbatte, senza preavviso».
 In che modo?
«Beh, durante il blocco dei campionati ero solito allenarmi con qualche peso durante il giorno, per mantenere il tono muscolare. Nel giro di poche ore, il pomeriggio del 9 aprile, mi sono ritrovato senza forze, costretto a letto in preda a dolori muscolari lancinanti che sono durati circa quattro giorni. Sintomi che non avevo mai provato con una normale influenza. Inoltre, mi si sono azzerati completamente i sensi dell’olfatto e del gusto, li ho recuperati soltanto in seguito. Posso però dire di aver passato due settimane davvero infernali. Inoltre, questa malattia lascia uno strascico, anche quando i sintomi migliorano, ancora per qualche giorno: una specie di narcolessia che ti impone di dormire ogni 4 o 5 ore. Per uno come me, abituato a muoversi con regolarità sia al lavoro, sia sui campi di gioco, è stato uno choc, unito anche alla preoccupazione per lo stato di salute dei miei genitori. Fortunatamente tutto si sta risolvendo per il meglio: lì per lì, però, ti crolla il mondo addosso. Altro aspetto è una marcata inappetenza: ho perso qualche chilo. E io che pensavo che stando a casa sarei ingrassato…».
 Di fronte a queste cose il calcio, ovviamente, passa in secondo piano…
«Direi di sì, il pallone mi manca e non vedo l’ora di poter tornare in campo. Ma ci sto pensando solo ora che sto meglio. Per quest’anno, comunque, sarebbe saggio chiudere tutti i campionati senza troppi indugi. Meglio ripartire quando ci sarà sicurezza. Diverso il discorso della Serie A: il professionismo è un altro mondo».
 Che idea ti sei fatto riguardo i verdetti?
«Sono legato affettivamente a tutte e tre le squadre che occupano il podio nel campionato di Terza: la Villimpentese perchè vi ho militato fino allo scorso anno, l’Ostiglia perchè è la squadra per la quale sono tesserato quest’anno e dove sono cresciuto calcisticamente, e il Soave dove c’è il mio amico Galafassi. Dico che tutte e tre meriterebbero di essere promosse. La Villimpentese perchè avrebbe sicuramente vinto il torneo anche proseguendo la stagione, l’Ostiglia perchè è stata una degna avversaria, così come il Soave».
 Dunque, via libera ai ripescaggi…
«Importante salvaguardare innanzitutto la prima in classifica, come da regolamento, ma probabilmente anche le inseguitrici hanno buone possibilità di vedersi ripescate in Seconda Categoria. Certo, è presto perchè non conosciamo la situazione che si verrà a creare in estate e in autunno».
 E su questo dovrà decidere la Federazione…
«Non vorrei essere nei loro panni: rischierebbero in ogni caso di scontentare qualcuno, ma è importante salvaguardare chi ha fatto degli investimenti. Anche perchè il prossimo campionato rischia di essere molto più povero. Molte aziende faranno fatica a restare sponsor e saranno messe di fronte a delle scelte. In questo speriamo che non vengano penalizzate troppo le società sportive, che soprattutto grazie all’attività giovanile svolgono una funzione sociale importante».