Pugilato – Il maestro Di Padova: “Riaprire la Mantova Ring? Non ne vale la pena”

Il maestro Di Padova all’entrata della Mantova Ring

Porto Mantovano La Regione Lombardia ha posticipato la riapertura delle palestre da lunedì 25 al 31. Si potrebbe pensare: “Ok, passi anche un’altra settimana, portiamo pazienza”. Invece il discorso riapertura non vale per tutti: almeno non per la nobile arte dalle nostre parti. «Non apro, non ci penso proprio – spiega il maestro Massimo Di Padova della Mantova Ring – perché i protocolli sono troppo rigidi e costosi e troppe sono le responsabilità. Se poi uno si ammala? Il nostro è uno sport da contatto e se devo tenere i ragazzi a distanza, in una palestra piccola come la mia, ho spazio per poche persone e non ne vale la pena. Le ho pensate tutte: anche restare fuori dalla struttura o andare in un parco. Faccio allenare i ragazzi al sole e al caldo, creando magari un assembramento, col rischio di vedere arrivare i vigili e prendere una multa? E’ davvero impossibile: non c’è niente da fare. Dovrei sanificare continuamente attrezzi, sacchi e guanti. E tutti questi costi su chi gravano? Faccio pagare il doppio? Secondo me, va via così tutta l’estate». Di Padova preferisce aspettare tempi migliori: «La mia non è una palestra a scopo di lucro, non è il mio lavoro, è la mia passione. Per gli impianti più grandi, che hanno spazi, è un altro discorso. Se devo vivere la mia passione con l’ansia, non ne vale la pena. Non ci sono certezze, perciò aspetto». In tutto questo, sembra quasi una beffa il numero in aumento di appassionati: «Dopo mesi a casa, tanti di quelli che prima non correvano o non andavano in bici, ora hanno iniziato. E anche io per il pugilato ricevo tante richieste, ma come faccio? Non è il mio lavoro, e già come commerciante ambulante ho i miei problemi: sono da solo, dovrei accontentare tutti, tenere la palestra aperta più giorni e più ore, fare attenzione che le persone rispettino le distanze, seguire i nuovi che magari vogliono solo provare…». Servirebbe quasi una segretaria: «Dovrei contingentare le entrate, prendere appuntamenti e spostare uno in altri orari se ha dei contrattempi. Con una palestra piccola, avrei spazio per due/tre persone in base a queste regole. Che ansia. E se devo vivere la mia passione con la paura, aspetto a riaprire. Mi spiace per i miei ragazzi, ma non ci sono certezze e le responsabilità sono elevate». Visto lo stop dell’attività, per il maestro il tempo per aggiornamenti, alcuni guardando proprio al futuro, non è mancato. «Ho seguito – spiega nel dettaglio – tre corsi online della Fpi: stage di aggiornamento nazionale “Programmazione dell’allenamento in prossimità della gara (il tapering)” e “L’allenamento della forza, generale e specifica, preparazione con l’obiettivo della gara”. Il terzo, che è una novità, riguardava nascita e contenuti dello “Sparring-io” nell’attività giovanile e amatoriale e criteri di valutazione nello “Sparring-Io” e nella Gym Boxe. Penso si andrà all’anno prossimo per organizzare questo tipo di corsi: sono dedicati ad appassionati dai 13 ai 65 anni per avviarli al pugilato con l’obiettivo di “garettine” senza contatto o contatto leggero, in tutta sicurezza». Così persino gli amatori potranno provare il brivido del combattimento: anche questo può essere uno stimolo per ripartire, sempre in sicurezza. (cris)