Flash d’arte: San Sebastiano specchio di Francesco II

MANTOVA Palazzo San Sebastiano come autoritratto di Francesco II Gonzaga. È la lettura proposta da Molly Bourne (foto in alto) nell’ambito del secondo appuntamento della rassegna Flash d’arte, organizzata dal Comune di Mantova in collaborazione agli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani. Palazzo San Sebastiano è l’unica residenza costruita da un Gonzaga regnante dentro le mura di Mantova, esterna al complesso di Palazzo Ducale. Ed è anche l’unica dimora ancora esistente del marchese. In essa si rispecchia la sua figura e la sua posizione sul palcoscenico politico del tempo. Temi iconografici ricorrenti nelle decorazioni delle sue residenze sono i trionfi, i cicli cartografici – Francesco II era un appassionato collezionista di mappe – e l’araldica con gli stemmi di famiglia e dei suoi alleati. Oggi Palazzo San Sebastiano, creato tra il 1506 e il 1512 in due momenti distinti, è più alto di quanto fosse in origine, solo con piano terra e un piano nobile. I due livelli erano collegati anche da scale a chiocciola di cui si sono perse le tracce. La costruzione va identificata come una vera e propria villa suburbana, con la loggia a rivestire un ruolo di dialogo tra il palazzo e il giardino. La sua funzione era quella di ospitare spettacoli, soprattutto durante il periodo di Carnevale. Quando il tempo era inclemente veniva addirittura chiusa.
È al piano nobile che Francesco II colloca i Trionfi, il capolavoro di Andrea Mantegna. La stanza dei Trionfi era infatti il cuore pulsante, formale del palazzo, sede anche di sontuosi ricevimenti. Le nove tele raffigurano una parata continua divisa da lesene in legno e oro conservate a Palazzo Ducale. Dando l’impressione al visitatore, mettendo piede nella sala, di camminare lungo la parata stessa. A decorare la camera pure due opere di Lorenzo Costa. Palazzo San Sebastiano, per Francesco II, rappresentava anche una sorta di rifugio dal mondo, un luogo privato dove alloggiare durante i periodi in cui la malattia della sifilide si faceva sentire. Un edificio vissuto dal quarto marchese di Mantova tra mondanità, diplomazia e intimità, che ne spiega la definizione di “ritratto autobiografico” di Francesco II.