A Mantova sono 3.998 gli ettari coltivati a pomodoro da industria

MANTOVA La visita alla filiera del pomodoro da industria del Nord Italia dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi è stata l’occasione per un primo bilancio della campagna di raccolta, consegna e trasformazione del pomodoro da industria.
Il presidente dell’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, Tiberio Rabboni, ha spiegato che in base ai riscontri ricevuti da industrie e Op (Organizzazioni di produttori) risulta già lavorato oltre il 50% della materia prima contrattata. Nel bacino del Nord Italia (37mila ettari totali, di cui il 70% in Emilia-Romagna) si sta lavorando a ritmi molto sostenuti un prodotto di qualità con un grado brix di 4,99, sopra la media.
“La campagna 2020 – spiega Rabboni – si sta svolgendo in maniera positiva grazie ad una corretta ed efficace programmazione delle superfici e dei tempi di trapianto, come definiti nel Contratto Quadro Area Nord, secondo gli accordi fra produttori e trasformatori, in risposta alle esigenze dei mercati. La percentuale generale del consegnato è in linea con le previsioni delle parti e con le medie degli ultimi anni. Così pure il grado brix. In alcune limitate situazioni locali la produzione agricola ha registrato qualche difficoltà a causa di anomalie climatiche e del reiterarsi di qualche episodio di Ralstonia Solancearum e ragnetto rosso. Si tratta per fortuna di casi numericamente e quantitativamente limitati. In particolare in alcune circoscritte aree le alte temperature, a partire dal 26 luglio, hanno sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme che hanno causato la maturazione in contemporanea delle bacche la cui raccolta era programmata per le tre settimane successive. Questa anticipata maturazione del pomodoro in campo ha reso oggettivamente difficile per gli agricoltori conferire tutto il prodotto maturo alle industrie che per, rispondere alle richieste agricole, stanno operando da giorni al massimo delle loro capacità produttiva. Pertanto per evitare agli agricoltori colpiti da questa anomalia climatica il rischio di grave perdita di reddito l’OI, e poi formalmente le OP e la Regione Emilia-Romagna, hanno chiesto al Ministero delle Politiche Agricole l’attivazione della misura per la mancata raccolta previsti dall’OCM ortofrutticola”

Nei giorni scorsi il Ministero delle Politiche agricole ha accolto la richiesta e dato il via libera agli indennizzi per gli agricoltori che a causa dell’anomalia climatica non riusciranno a conferire il loro pomodoro agli impianti di trasformazione. La conferma è giunta durante l’incontro tenutosi nella sede dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia a Parma, e poi proseguito con visita allo stabilimento Mutti e sui campi di raccolta, dell’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi con il presidente dell’OI Tiberio Rabboni e gli esponenti della filiera del Nord Italia.
Il Ministero ha autorizzato “in via eccezionale e limitatamente alla campagna in corso, nell’ambito delle misure di prevenzione e gestione delle crisi dei programmi operativi, l’attivazione della misura ‘mancata raccolta’ del pomodoro coltivato in pieno campo, destinato alla trasformazione industriale e oggetto di contratti stipulati tra organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione”. La Regione Emilia Romagna, in collaborazione con le altre Regioni (Lombardia, Piemonte e Veneto) ha attivato, a tempo record, le procedure necessarie.
Ora le Op che intendono usufruire della misura devono presentare alla Regione competente la modifica del proprio programma operativo e darne contemporanea comunicazione all’organismo pagatore.
Questa la suddivisione delle superfici effettive coltivate a pomodoro da industria nel 2020 nelle province del bacino del Nord Italia: Piacenza 10.025 ettari; Ferrara 6.788; Parma 4.238; Mantova 3.998; Alessandria 2.173; Cremona 2.036; Ravenna 1.988; Reggio Emilia 1.111; Modena 867; Verona 838; Pavia 491; Lodi 526; Brescia 603; Rovigo 436; Bologna 320; Cuneo 217; Milano 138. Seguono altre province con valori molto più contenuti.