Punto nascite Oglio Po: tre anni di battaglie… e di chiusura

VIADANA/CASALMAGGIORE Tre anni senza il punto nascita: questo il triste anniversario che ricorrerà il prossimo 30 ottobre. Una data che ha segnato, da un lato, un momento di sconfitta per l’intero territorio e, dall’altro, l’inizio di una battaglia che ancora oggi venti sindaci stanno combattendo per veder riaprire le porte del reparto di maternità: una lotta che vedrà il suo capitolo finale il 2 dicembre con il pronunciamento del Consiglio di Stato dopo che già il ricorso al Tar era stato respinto.
La chiusura era stata imposta, come noto, per ordine ministeriale per il mancato raggiungimento dei 500 parti all’anno: soglia fissata come garanzia di sicurezza per partorienti e nascituri. Una decisione cui il territorio si era da subito schierato contro, a partire dal Comitato fino alle tante donne che vedevano nel reparto dell’Oglio Po un punto di riferimento. Battaglia a cui ben presto si erano uniti anche venti sindaci del territorio guidati dal primo cittadina di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni (Viadana, Bozzolo, Gussola, Sabbioneta, Martignana di Po, Commessaggio, San Martino dell’Argine, Pomponesco, Torricella del Pizzo, Casteldidone, Rivarolo del Re, Spineda, San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, San Martino del Lago, Piadena Drizzona, Gazzuolo, Dosolo e Rivarolo Mantovano). Proprio i primi cittadini avevano, infatti, presentato ricorso al Tar per chiedere la sospensione della chiusura: una richiesta a cui sostegno i sindaci avevano portato l’errata valutazione da parte degli organi competenti della distanza tra l’Oglio Po e gli ospedali dei paesi limitrofi. Una distanza che era stata riportata ben inferiore rispetto alla realtà: da lì una battaglia che vede ancora impegnati i venti Comuni dell’Oglio Po mantovano e cremonese nella speranza di poter, un giorno, veder riaprire il punto nascita. Una crociata il cui esito si saprà tra poco più di un mese quando il Consiglio di Stato si esprimerà sul ricorso presentato dai sindaci e quindi sulla possibilità o meno di riaprire il reparto maternità: un responso che il territorio attende con ansia.