Calcio – Guccione: “Finalmente è Serie C. Il mio futuro? Aspetto il Mantova”

Filippo Guccione
Filippo Guccione

MANTOVA Ha segnato il primo e l’ultimo gol del Mantova in un campionato che rimarrà nella storia. Per la pandemia che l’ha interrotto e, calcisticamente parlando, per una promozione comunque meritata.  Filippo Guccione ha centrato la sua doppia missione: dimostrarsi all’altezza di una grande piazza come Mantova; e conquistarsi la C sul campo. A 27 anni può dirsi nel pieno della maturazione, pronto a (ri)misurarsi con il calcio dei professionisti. Se con la maglia del Mantova o meno lo dirà la storia. Ma andiamo con ordine.
 Filippo, è andata…
«Finalmente. Sapete tutti quanto volessimo questa promozione. L’abbiamo inseguita dal primo giorno».
 Che stagione è stata per te?
«Sulla carta non era facile. Venivo dalla vittoria nella classifica cannonieri con la Pro Sesto e per la prima volta mi mettevo alla prova in una piazza vera, con l’inevitabile pressione che ne deriva».
 Prova superata?
«Sono contento di quello che ho fatto, sia a livello di gol che di assist. Mi sento nel pieno della forma e questo mi gratifica».
 Hai mai avuto dubbi sulla promozione?
«Finchè il campionato era in corso ti rispondo di no. È vero che nell’ultimo periodo abbiamo registrato un calo, ma c’erano tanti scontri diretti in calendario e la forza del nostro organico era tale da farmi stare tranquillo. Senza contare che avevamo pur sempre 7 punti di vantaggio».
 E dopo la sospensione del campionato?
«La paura che annullassero la stagione c’era. Ma mi sembrava talmente assurdo che non ci ho mai creduto veramente».
 Qual è il gol che ti ha dato maggior emozione?
«Il primo, a Siena in Coppa Italia. Nella stessa porta in cui Milito segnò il gol scudetto nel 2010. Per me che sono interista, già giocare in quello stadio era il massimo. Figurati segnare nella stessa porta. È finita che ho esultato come lui».
 E la rete più pesante?
«Quella col Forlì al Martelli. I risultati erano in calando, avevamo appena cambiato l’allenatore e insomma… c’era bisogno di vincere».
 Tra i tanti momenti da ricordare, cosa ti porterai dentro di questa stagione?
«La doppietta alla prima di campionato, contro la Calvina: mai avrei potuto sognare un debutto migliore. Poi l’affinità che si è creata con gli altri due “tenori”, come li chiamate voi: con Cristian e Gigi (Altinier e Scotto,  ndr) siamo sempre andati d’accordo frequentandoci anche fuori dal campo, cosa che magari non tutti davano per scontata. Mi spiace per chi sostiene che il girone fosse facile. Come a sminuire i nostri risultati».
 Ti dà fastidio?
«Molto. Perchè alla fin fine nessuno ti regala niente: le partite vanno tutte giocate».
 Tutti si chiedono: rivedremo Guccione in biancorosso l’anno prossimo?
«Io aspetto il Mantova. Nel senso che, finchè non mi siederò al tavolo con la società, è difficile rispondere a questa domanda. Sicuramente, come ho già detto nelle scorse settimane, la mia priorità va all’Acm».
 Ritroveresti la C dopo 6 anni tra i dilettanti…
«Questa è la sfida che mi stuzzica di più. Quando giocavo in C (nel Casale e nel Bassano,  ndr) mi dicevano che non ero all’altezza. La stessa cosa in D, e infatti sono sceso in Eccellenza. Maturando e impegnandomi al massimo, sono riuscito a riconquistare la D. Ora vorrei fare lo stesso con la C».
 Vuoi ringraziare qualcuno per questa stagione?
«Tutti i miei compagni di squadra, dal primo all’ultimo, perchè si sono meritati davvero questa promozione. Ringrazio anche la società, il direttore e lo staff tecnico. Infine un saluto».
 A chi?
«Ai tifosi. È un dispiacere non poter festeggiare con loro. Spero di farlo presto. Col mio nome dietro la maglia».
E chi vuole intendere…