Processo Sin: bonifiche insufficienti, e i veleni si propagavano

MANTOVA C’era una forte presenza di idrocarburi nella falda e di surnatante. Nonostante i richiami all’azienda da parte di vari enti, da quelli locali ai ministeri, l’opera di bonifica e prevenzione dell’inquinamento da parte della stesa azienda è stata insufficiente. Questo in estrema sintesi quanto riferito ieri in aula da Alessandro Bianchi e Marco Spaggiari, entrambi tecnici di Arpa Lombardia. I due sono stati i primi due dei 66 testimoni che sfileranno da qui ai prossimi mesi al processo per inquinamento ambientale e omesse bonifiche nella ex raffineria della Ies. Si tratta del procedimento parallelo a quello già apertosi in capo alle società Edison, Versalis e Syndial (ora gruppo Eni Rewind). Sei le persone fisiche finite sul banco degli imputati, anche in tale caso di specie innanzi al giudice monocratico Giacomo Forte: si tratta di Maurizio Migliarotti, Fausto Ponti (entrambi assolti per prescrizione per il secondo capo d’imputazione che fa riferimento all’articolo 257 del testo unico del codice dell’ambiente inerente alle contravvenzioni), Ferenc Zoltan Horvat, Luca Perboni, Bianca Elena Valisescu, e Richard Milosovic, nonché la stessa azienda del gruppo Mol, per la quale gli imputati avevano sostenuto incarichi dirigenziali nel periodo di riferimento delle indagini. Tanto Bianchi che Spaggiari hanno risposto a lungo alle domande dei Pm Michela Gregorelli e Silvia Bertuzzi. I tecnici Arpa hanno sottolineato come i pozzi e gli skimmer posizionati dalla Ies non solo non abbiano arginato l’inquinamento di falda e terreno, ma che questo abbia di fatto attravresato via Brennero e si sia propagato anche all’area della Belleli Energy, e questo già fin dai primi anni 2000. Nel 2015, hanno spiegato i due testimoni, era stata avviata una procedura di bonifica dei punti contaminati all’interno della ex raffineria; la Ies aveva piazzato degli skimmer per il recupero del surnatante, e Arpa dei piezometri per monitorare la situazione. Secondo Arpa nel 2017 il surnatante era aumentato del 15% rispetto a due anni prima; nel 2019 l’aumento era stato addirittura del 65% rispetto al 2017. Un’inversione di tendenza era arrivata nel 202 con un -14% di contaminazione del sito, ma nello stesso tempo si era allargata l’area contaminata. Le ricerche da parte della ex Ies di metodi più efficaci di bonifica di terreni e falde ha portato l’azienda a proporre pochi mesi fa una nuova tecnologia ritenuta più efficace nell’individuazione e nel recupero del surnatante. Nell’attesa la contaminazione va avanti, e quanto al processo, proseguirà il prossimo 11 ottobre con il contro esame dei primi due testimoni da parte delle difese. Poi ne resteranno altri 64 da sentire.